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Annozero di Santoro e i processi mediatici

San Benedetto del Tronto | Media e tribunali non dovrebbero essere sempre in grado di assicurare al cittadino delle cronache delle vicende giudiziarie anche con i particolari che interessano il governo delle istituzioni? La risposta sembrerebbe NO.

di Felice Di Maro

Michele Santoro durante la trasmissione "Annozero"

Chi ha visto la trasmissione televisiva Annozero di Michele Santoro andata in onda giovedì sera su Rai 2 avrà notato che a fronte di un'analisi di vicende certamente giudiziarie, la politica, con il suo carico di interventi mirati, non ha dato un contributo obiettivamente equilibrato. Molti i distinguo (e tutti legittimi!) ma risposte sui vari interrogativi non sono state date. Eppure proprio gli interrogativi non sono mancati.

L'interrogativo maggiormente carico di ombre è stato quello di ordine morale. Senza entrare nel merito delle relazioni con il codice penale sembra quasi che i comportamenti di chi rappresenta le istituzioni debbano essere delle variabili senza significati. Il range entro il quale questi comportamenti dovrebbero essere valutati è veramente ristretto. Le frequentazioni non sono un elemento di comportamento. Se veramente si crede che debba essere così spiegate a noi umili cittadini quale dovrebbero essere i comportamenti di un uomo politico che cerca consensi per farsi eleggere e governare un ente locale, una regione o altro.

L'imbarazzo di Santoro mi è parso evidente. Non c'è dubbio che i processi si fanno in tribunale. Il processo che si fa in tribunale che per la nostra Costituzione è di tipo istruttorio al termine delle varie fasi ordina una sentenza che può essere definita da una condanna o da un'assoluzione. I processi mediatici invece pur avendo un'istruttoria che è poi in linea di massima il quadro delle opinioni ricorrenti su una determinata vicenda non emettono alcuna sentenza. Sono comunque certo che i giudici non tengano conto delle opinioni dei media ma delle leggi che possono obiettivamente non coincidere con le opinioni.

Le leggi sono in linea con quello che è lo stato di diritto. Ora se il diritto, seppur nella sua definizione generale, è un insieme di regole osservate, mi sembra del tutto ovvio che, anche con i vari distinguo, il quadro delle opinioni dei cittadini, almeno a livello di dottrina giurisprudenziale, dovrebbe pure contare qualcosa. Invece, come cittadini, grazie alle scelte della politica corrente non contiamo niente. Ma vi è di più. Non possiamo neanche essere informati su fatti, anche se interpretati fuori dai tribunali, anche se hanno più o meno le stesse documentazioni sui fatti penali  o non penali che siano.

Il gran vociare nella trasmissione non credo che abbia aiutato i cittadini a cogliere l'esatto quadro dei problemi e non credo neanche che possa aiutare i giudici che ripeto sono dipendenti dalle leggi. Ma perché allora in televisione si cerca di non analizzare ma di confondere? Le ragioni sono duplici. Da un lato si vuole che gli operatori della politica siano liberi di fare ciò che necessita a loro di fare senza che si emettano giudizi sui loro comportamenti. Dall'altro si vuole che il profilo del cittadino medio sia sempre il più basso possibile in modo che solo le oligarchie formate da pochi nei vari livelli sociali possano partecipare alla vita pubblica, che ha nella politica la massima espressione sia di opinioni e sia di azioni. Azioni, si badi bene, che a volte possono determinare la stessa esistenza intesa come percorso di vita.

Perché è importante per i cittadini cogliere a livello di opinione ciò che le cronache giudiziarie presentano nei tribunali e nelle sentenze? Potrà sembrare strano ma proviamo a immaginare una giustizia fatta solo da giudici e imputati. Tale è naturalmente nelle varie fasi del processo e del pronunciamento della sentenza. Chiaramente ci sono anche gli avvocati e le varie figure come il pubblico ministero. Il diritto al quale partecipassero solo le figure istituzionali sarebbe statico senza possibilità di evoluzione. Il diritto si nutre continuamente della dottrina. Ma questa perché non deve anche registrare quelle che sono le opinioni correnti dei cittadini?

La trasmissione di Santoro di giovedì 31 gennaio ha veramnete fatto cogliere che come cittadini contiamo meno di niente.
Grazie Annozero!

01/02/2008





        
  



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