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Deposito sabbia: Legambiente protesta fino all'Unione Europea

Fermo | Il deposito di sabbia di Marina Palmense, oggetto di forti proteste da parte dei movimenti ambientalisti, arriva in Europa: Legambiente Marche ha presentato un esposto alla Corte dei conti Ue e alla Corte di Giustizia della Comunità europea.

Una perizia d'ufficio che valuti in maniera imparziale le sabbie sottomarine del deposito di sabbia di Marina Palmense per evitare altri interventi e spese di denaro pubblico. A chiederlo a gran voce è Legambiente Marche oltre al suo circolo di Porto Sant'Elpidio che nei giorni scorsi hanno presentato un esposto-denuncia alla Corte dei Conti dell'Unione Europea, Corte di Giustizia delle Comunità Europee e Corte dei Conti delle Marche.

Nel documento, gli ambientalisti hanno presentato uno studio tecnico che sancisce l'incompatibilità dal punto di vista granulometrico delle sabbie prelevate dalla ditta bolognese Arenaria al largo di Civitanova Marche (a oltre 30 miglia dalla costa) con quelle presenti nel litorale marchigiano.

"L'inutilità dell'intervento attuato mesi fa - fa notare Legambiente Marche in un counicato - in un piccolo tratto di costa nelle vicinanze del deposito di Marina Palmense (500.000 metri cubi di sabbia), sta proprio nel fatto che il materiale steso in quella zona per colmare i vuoti dell'erosione è stato già spazzato via dalle prime mareggiate di settembre. Inoltre la sabbia è stata stoccata in un sito vincolato- è riportato nell'esposto- in quanto sede di un'Oasi protetta, determinando peraltro...uno sconvolgimento totale del precedente assetto naturalistico ambientale".

"Sempre nell'esposto - prosegue Legambiente - viene evidenziato come la licenza che ha autorizzato l'estrazione susciti fortissimi dubbi di legittimità, in quanto si tratta di un atto 'palesemente viziato da nullità perchè adottato da un Ente (la Capitaneria di Porto) privo di competenza in materia e fuori dall'ambito territoriale di propria giurisdizione'. Questa tesi è sostenuta anche dal Ministero dello Sviluppo Economico  A tutto questo si aggiunge pure che 'l'escavazione non è stata preceduta da alcuna Valutazione di Impatto Ambientale".

Gli ambientalisti chiedono a gran voce una perizia per evitare che questo tipo di intervento oltre a Lido di Fermo venga attuato anche in molti altri tratti della costa Marchigiana (Gabicce Mare, Mondolfo, Fano, Pesaro, Falconara Marittima, Ancona, Porto Recanati, Porto Potenza Picena, Civitanova Marche, Porto San Giorgio, Altidona, Pedaso, Massignano, Campofilone, Cupramarittima e Grottammare). Infatti nel bilancio 2008 della Regione Marche sono previste ingenti risorse per gli interventi a difesa della costa e ben 11.700.000 euro dovrebbero essere spesi solo per le opere di ripascimento con le stesse sabbie sottomarine.

28/02/2008





        
  



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