Progetto Ipogeo per Teramo, la Città del Futuro e della Cultura.
Teramo | Al via gli avveniristici lavori per la realizzazione dell'Ipogeo in piazza Garibaldi. Si comincia lunedì sera 4 febbraio 2008, con lallestimento del cantiere per il museo sotterraneo. Disagi contenuti.
di Nicola Facciolini

Ipogeo in Piazza Giuseppe Garibaldi
Teramo è la città del futuro e della cultura. Il crono-programma “svizzero” della Giunta comunale Chiodi, è stato rispettato anche stavolta. Teramo si appresta a svestire i panni deprimenti dell’indifferente rassegnazione degli ultimi 40 anni (peraltro ancora viva tra gli sfollati e le “rovine” di corso Porta Romana) per indossare quelli, intriganti di “città cantiere”.
Merito anche della precedente giunta di centrosinistra, come il sindaco Gianni Chiodi ha sapientemente riconosciuto. I disagi a corollario dei lavori, sono necessari per lo sviluppo e il progresso dei teramani? Pare di sì. Lunedì sera 4 febbraio 2008, alle ore 20, inizieranno i lavori dell'Ipogeo di piazza Garibaldi per la costruzione di un museo sotterraneo e i nostri amministratori, in primis l'assessore Mauro Di Dalmazio, hanno spiegato che l'eliminazione della storica fontana sarà indolore per la città.
Destino segnato anche per la Palla di Mastrodascio. Verrà fatta gentilmente rotolare (si fa per dire!) fino alla vicina Villa Comunale. Il progetto Ipogeo, avveniristica opera architettonica degna di Bilbao e Barcellona, dovrebbe fungere da raccordo culturale tra l'ingresso nel centro storico di corso San Giorgio e la Pinacoteca che acquisirà finalmente un suo senso compiuto, perché l’opera complessiva creerà un percorso museale unico del suo genere in Abruzzo, con ipocentro nel sottopasso di Piazza Garibaldi.
Dove nascerà una sala di oltre 600 metri quadrati destinata ad attività culturali. Un villaggio sotterraneo dedicato non a una nuova razza di teramani, sul modello profetizzato dallo scrittore G.H.Wells nel romanzo “La Macchina del Tempo”, ma alla cultura come fruizione, partecipazione comunitaria e ricchezza da condividere. I “menestrelli” l’avevano annunciato esattamente un anno fa.
In pratica si continuerà a camminare sottoterra fino ad arrivare sotto l’ex Provveditorato agli Studi di Teramo. Qui è in via di realizzazione ed allestimento un museo di arte moderna, un laboratorio di opere contemporanee che dovrà “dialogare” con i siti archeologici della città, peraltro tutti da scoprire e fruire, creando un connubio di mescolanza ardita fra passato e futuro sul modello “underground” di Gerusalemme.
Al di là delle polemiche sui costi dell’operazione su cui sorvoliamo, speriamo che l’opera sia destinata alla fruizione di un numero illimitato di persone. I sacrifici che ci apprestiamo a sopportare dovranno infatti essere commisurati alla ricchezza che tale opera sarà in grado di produrre nell’immediato futuro. Altrimenti che senso avrebbe? Il progetto prevede l'eliminazione della storica fontana della piazza, gran sacrificio sull’altare della nostra storia.
E’ il prezzo del “progresso” che dal passato si riversa sul presente e sul futuro dei teramani. La caratteristica fruttiera con dentro i zampilli d'acqua, farà posto ad una cupola in vetro in stile moderno che vuole imitare quella ben più famosa del museo del Louvre a Parigi, al di sotto della quale si potrà vedere l'interno della sala del sottopasso. La fontana potrebbe essere spostata e non rimossa: essa è un elemento caratterizzante della città e dovrebbe poter sopravvive all’appiattimento architettonico che da anni Teramo subisce senza requie. Eliminarla del tutto potrebbe avere lo stesso impatto che ebbe l’abbattimento del Teatro Comunale e l’eliminazione del “Due di coppe” tolto per rendere visibile da viale Bovio il corso S. Giorgio e il campanile del Duomo.
Ancora per poche ore coperti o quasi dalla Palla di Mastrodascio. Insomma, una serie di interventi che cambieranno il volto e la destinazione della città di Teramo, rendendola futuristica, magari con nuovi monumenti che tramanderanno una realtà urbanistica ed antropologica di città di inizio millennio, profondamente trasformata. Tutti i teramani in ansia per la sorte della Palla di Mastrodascio, dunque, non stiano in pena: l'insigne manufatto, a nostro avviso molto più bello della sfera di Porta Reale, sarà ospitato all'interno della Villa Comunale.
Aperto anche il cantiere (lunedì 14 Gennaio 2008) per i lavori di ristrutturazione del primo piano dell’edificio in cui era ospitato l’ex Provveditorato agli Studi, in largo San Matteo. Finalizzata alla realizzazione di un museo di arte contemporanea, che ha come acronimo ARCA (Laboratorio per le Arti Contemporanee in Abruzzo).
La disponibilità degli spazi è possibile grazie all’intesa raggiunta tra Comune e Provincia di Teramo. I lavori, che rientrano nell’ambito delle attività dell’assessorato ai Lavori Pubblici, la cui delega è dell’assessore Maurizio Brucchi, seguono un cronoprogramma di 236 giorni; il progetto complessivo ammonta a 482mila euro di spesa. L’intervento prevede la riqualificazione degli ambienti per la destinazione ad essi riservata, appunto, di sale museali.
L’ARCA, nei disegni dell’assessore alla Cultura Mauro Di Dalmazio, vuole essere un centro di ricerca che rappresenti un innovativo modello museale in grado di coniugare eventi espositivi e attività formative. L’intento è di realizzare un contenitore all’avanguardia per sperimentare percorsi creativi e didattici in sintonia con le sfide lanciate dalle nuove tecnologie.
Così attraverso mostre, workshop, seminari, l’ARCA vuole oltrepassare i confini artistici tradizionalmente intesi per sviluppare ricerche che affrontino gli intrecci tra arti visive, cinema, grafica, illustrazione, web art e sound design. Il progetto, pertanto, vuol fare degli spazi dell’ex Provveditorato, luoghi di studio, ricerca e incontro. L’intervento rientra all’interno del progetto denominato "CulT" nato dalla visione strategica che l’amministrazione comunale ha della cultura, intesa non solo come valore aggiunto alla città ma come sua matrice costitutiva.
Con CulT sono state individuate nuove strutture in grado di ospitare attività museali ed eventi; in questo quadro rientra anche il progetto ipogeo, le cui caratteristiche sono state presentate nei giorni scorsi, in concomitanza con l’apertura del relativo cantiere.
Merito anche della precedente giunta di centrosinistra, come il sindaco Gianni Chiodi ha sapientemente riconosciuto. I disagi a corollario dei lavori, sono necessari per lo sviluppo e il progresso dei teramani? Pare di sì. Lunedì sera 4 febbraio 2008, alle ore 20, inizieranno i lavori dell'Ipogeo di piazza Garibaldi per la costruzione di un museo sotterraneo e i nostri amministratori, in primis l'assessore Mauro Di Dalmazio, hanno spiegato che l'eliminazione della storica fontana sarà indolore per la città.
Destino segnato anche per la Palla di Mastrodascio. Verrà fatta gentilmente rotolare (si fa per dire!) fino alla vicina Villa Comunale. Il progetto Ipogeo, avveniristica opera architettonica degna di Bilbao e Barcellona, dovrebbe fungere da raccordo culturale tra l'ingresso nel centro storico di corso San Giorgio e la Pinacoteca che acquisirà finalmente un suo senso compiuto, perché l’opera complessiva creerà un percorso museale unico del suo genere in Abruzzo, con ipocentro nel sottopasso di Piazza Garibaldi.
Dove nascerà una sala di oltre 600 metri quadrati destinata ad attività culturali. Un villaggio sotterraneo dedicato non a una nuova razza di teramani, sul modello profetizzato dallo scrittore G.H.Wells nel romanzo “La Macchina del Tempo”, ma alla cultura come fruizione, partecipazione comunitaria e ricchezza da condividere. I “menestrelli” l’avevano annunciato esattamente un anno fa.
In pratica si continuerà a camminare sottoterra fino ad arrivare sotto l’ex Provveditorato agli Studi di Teramo. Qui è in via di realizzazione ed allestimento un museo di arte moderna, un laboratorio di opere contemporanee che dovrà “dialogare” con i siti archeologici della città, peraltro tutti da scoprire e fruire, creando un connubio di mescolanza ardita fra passato e futuro sul modello “underground” di Gerusalemme.
Al di là delle polemiche sui costi dell’operazione su cui sorvoliamo, speriamo che l’opera sia destinata alla fruizione di un numero illimitato di persone. I sacrifici che ci apprestiamo a sopportare dovranno infatti essere commisurati alla ricchezza che tale opera sarà in grado di produrre nell’immediato futuro. Altrimenti che senso avrebbe? Il progetto prevede l'eliminazione della storica fontana della piazza, gran sacrificio sull’altare della nostra storia.
E’ il prezzo del “progresso” che dal passato si riversa sul presente e sul futuro dei teramani. La caratteristica fruttiera con dentro i zampilli d'acqua, farà posto ad una cupola in vetro in stile moderno che vuole imitare quella ben più famosa del museo del Louvre a Parigi, al di sotto della quale si potrà vedere l'interno della sala del sottopasso. La fontana potrebbe essere spostata e non rimossa: essa è un elemento caratterizzante della città e dovrebbe poter sopravvive all’appiattimento architettonico che da anni Teramo subisce senza requie. Eliminarla del tutto potrebbe avere lo stesso impatto che ebbe l’abbattimento del Teatro Comunale e l’eliminazione del “Due di coppe” tolto per rendere visibile da viale Bovio il corso S. Giorgio e il campanile del Duomo.
Ancora per poche ore coperti o quasi dalla Palla di Mastrodascio. Insomma, una serie di interventi che cambieranno il volto e la destinazione della città di Teramo, rendendola futuristica, magari con nuovi monumenti che tramanderanno una realtà urbanistica ed antropologica di città di inizio millennio, profondamente trasformata. Tutti i teramani in ansia per la sorte della Palla di Mastrodascio, dunque, non stiano in pena: l'insigne manufatto, a nostro avviso molto più bello della sfera di Porta Reale, sarà ospitato all'interno della Villa Comunale.
Aperto anche il cantiere (lunedì 14 Gennaio 2008) per i lavori di ristrutturazione del primo piano dell’edificio in cui era ospitato l’ex Provveditorato agli Studi, in largo San Matteo. Finalizzata alla realizzazione di un museo di arte contemporanea, che ha come acronimo ARCA (Laboratorio per le Arti Contemporanee in Abruzzo).
La disponibilità degli spazi è possibile grazie all’intesa raggiunta tra Comune e Provincia di Teramo. I lavori, che rientrano nell’ambito delle attività dell’assessorato ai Lavori Pubblici, la cui delega è dell’assessore Maurizio Brucchi, seguono un cronoprogramma di 236 giorni; il progetto complessivo ammonta a 482mila euro di spesa. L’intervento prevede la riqualificazione degli ambienti per la destinazione ad essi riservata, appunto, di sale museali.
L’ARCA, nei disegni dell’assessore alla Cultura Mauro Di Dalmazio, vuole essere un centro di ricerca che rappresenti un innovativo modello museale in grado di coniugare eventi espositivi e attività formative. L’intento è di realizzare un contenitore all’avanguardia per sperimentare percorsi creativi e didattici in sintonia con le sfide lanciate dalle nuove tecnologie.
Così attraverso mostre, workshop, seminari, l’ARCA vuole oltrepassare i confini artistici tradizionalmente intesi per sviluppare ricerche che affrontino gli intrecci tra arti visive, cinema, grafica, illustrazione, web art e sound design. Il progetto, pertanto, vuol fare degli spazi dell’ex Provveditorato, luoghi di studio, ricerca e incontro. L’intervento rientra all’interno del progetto denominato "CulT" nato dalla visione strategica che l’amministrazione comunale ha della cultura, intesa non solo come valore aggiunto alla città ma come sua matrice costitutiva.
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03/02/2008
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