La festa del Cristo morto
Monterubbiano | Appuntamento per il Venerdì Santo quando dalle ore 14.00 inizierà loriginale forma di commemorazione della passione di Cristo. I cittadini rivivono questo giorno come una festa, portando in trionfo il crocifisso per le vie buie e silenziose del paese.
di Walter Carelli
Il Venerdì Santo di Monterubbiano, organizzato da almeno due secoli dalla Confraternita di Maria Santissima del Suffragio, è l'insieme di commemorazione, dramma liturgico, laudi, sacra rappresentazione che si risolvono in un'unica realtà, semplice e composta, rituale e spontanea, rigorosa ed intensa: la festa del Cristo morto.
Non si tratta solo di una solenne processione, di una mesta rievocazione, ma si festeggia il trionfo del bene sul male, del Cristo sulle tenebre. La celebrazione della passione del Cristo inizia alle ore 14.00 nella chiesa di "Santa Maria de' letterati" con la rievocazione delle tre ore di agonia e la meditazione sulle sette parole pronunciate da Gesù in croce.
Il momento più emozionante è quello della schiodazione, resa quanto mai veritiera dalla statua del Cristo morto, con braccia snodabili, realizzata in cartapesta ma che i continui restauri la fanno sembrare lignea. La deposizione avviene nell'artistica bara, costruita nel 1870 molto probabilmente dal Sacconi.
La sfilata fra il silenzio delle buie vie del paese del corpo di Cristo avviene su un trionfo (riferimento diretto alla concezione della festa), un grande carro, illuminato in tutte le sue parti e costituito da un piano di base alto due metri, sormontato da tre ordini di ripiani, sull'ultimo dei quali va adagiata la bara.
L'originalità dei monterubbianesi nell'indicare questo giorno come una festa risale probabilmente già all'età medievale. La partecipazione è sempre altissima, tanto che i parroci dei centri limitrofi che vedevano migrare i loro cittadini alla celebrazione del Venerdì Santo a Monterubbiano protestarono con il Vescovo, che dal 1800 costringe il paese a glorificare il trionfo di Cristo solo ogni due anni.
Non si tratta solo di una solenne processione, di una mesta rievocazione, ma si festeggia il trionfo del bene sul male, del Cristo sulle tenebre. La celebrazione della passione del Cristo inizia alle ore 14.00 nella chiesa di "Santa Maria de' letterati" con la rievocazione delle tre ore di agonia e la meditazione sulle sette parole pronunciate da Gesù in croce.
Il momento più emozionante è quello della schiodazione, resa quanto mai veritiera dalla statua del Cristo morto, con braccia snodabili, realizzata in cartapesta ma che i continui restauri la fanno sembrare lignea. La deposizione avviene nell'artistica bara, costruita nel 1870 molto probabilmente dal Sacconi.
La sfilata fra il silenzio delle buie vie del paese del corpo di Cristo avviene su un trionfo (riferimento diretto alla concezione della festa), un grande carro, illuminato in tutte le sue parti e costituito da un piano di base alto due metri, sormontato da tre ordini di ripiani, sull'ultimo dei quali va adagiata la bara.
L'originalità dei monterubbianesi nell'indicare questo giorno come una festa risale probabilmente già all'età medievale. La partecipazione è sempre altissima, tanto che i parroci dei centri limitrofi che vedevano migrare i loro cittadini alla celebrazione del Venerdì Santo a Monterubbiano protestarono con il Vescovo, che dal 1800 costringe il paese a glorificare il trionfo di Cristo solo ogni due anni.
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19/03/2008
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