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Gli auguri di Pasqua di S.E. Mons. Gervasio Gestori

San Benedetto del Tronto | "Che la Pasqua del Signore porti ad ogni persona, a tutte le famiglie, specialmente ai malati ed alle persone sole, quella speranza certa che ogni giorno ci dona la forza e la gioia di vivere bene e di fare del bene."

di Mons. Gervasio Gestori

Vescovo Gestori

Carissimi,
nel rivolgermi a tutti voi in occasione delle feste pasquali voglio chiedermi quale sia il significato umano di questa ricorrenza e quale messaggio questo evento annunci non solo ai credenti, ma anche al mondo intero.

Mi piace ritornare con la memoria a quel mattino della prima Pasqua cristiana, quando Maria Maddalena si recò al sepolcro di Gesù per rivivere davanti a quella tomba i sentimenti profondi del suo cuore. Il Vangelo dice che "era ancora buio" quando uscì di casa e si mise in cammino. Arrivata davanti al sepolcro lo trovò aperto, senza il corpo del Signore e scoppiò in lacrime. "Donna, perché piangi? Chi cerchi?", si sentì chiedere dapprima da due personaggi misteriosi e poi dallo stesso Gesù apparso improvvisamente e non ancora riconosciuto.

Il racconto vuole essere significativo. Maria Maddalena piange perché il suo cuore è nel buio di un dolore senza speranza, al massimo cerca un corpo inanimato, e solo quando si sentirà chiamata per nome riconoscerà il Risorto, smetterà di piangere e correrà piena di gioia ad annunciare che aveva visto Gesù.

Anche noi viviamo momenti di sconforto, come Maria Maddalena in quella mattina, e proviamo l'umanissima esperienza del pianto per un dolore che ci colpisce. Fin quando siamo nel buio di una fede debole e ci limitiamo a cercare il corpo di un morto, e cioè fin tanto che la nostra vita è dedicata alla ricerca di cose che non soddisfano, il dolore rimane privo di speranza. Solo quando ci sentiamo chiamati per nome, e cioè solo quando la luce della fede ci illumina e siamo in grado di riconoscere che Gesù è risorto e crediamo che sia ancora vivo, solo allora possiamo smettere di piangere, la vita riprende la sua corsa e ritorna la gioia.

La Pasqua dunque propone un forte e chiarissimo messaggio di vita per tutti e specialmente per quanti stanno attraversando momenti di tristezza, si trovano in situazioni di sconforto, subiscono ingiustizie, sono tentati di disperare, hanno perso la voglia e la gioia di vivere. Allora, con la Pasqua, il buio della mente disorientata e confusa scompare ed il vuoto del cuore stanco e depresso può ritrovare forza e coraggio. La Pasqua è un annuncio di speranza e di gioia.

Dobbiamo constatare che la nostra società fatica spesso ad essere giusta, talvolta è capace di compiere gesti atroci ed assurdi, e quando non sa accettare i sofferenti e non sa esprimere compassione, allora diventa perfino "una società crudele e disumana" (Benedetto XVI, Spe salvi, n.38). La Pasqua vuole donare un senso anche alla sofferenza e riesce ad offrire speranza ad ogni momento della vita, perchè l'evento della Croce di Cristo non si ferma al venerdì santo, ma si apre al mattino di un giorno nuovo ed eterno, un giorno pieno della luce della Risurrezione.

La nostra speranza è Gesù Risorto, lui è la luce della nostra vita anche nei momenti apparentemente più bui e maggiormente tristi, lui è l'amore che si è donato fino alla morte sul Calvario e che è risorto per rimanere sempre con ciascuno di noi e non abbandonarci mai.

Carissimi,
non sempre ci è facile credere in questa speranza, talvolta siamo tentati di abbatterci e di sentire il Signore lontano, quasi assente. Specialmente in quei momenti sorge in noi il bisogno di pregare. Il Papa ha scritto che "la preghiera è speranza in atto": essa è come "un esercizio del desiderio" (Spe salvi, 33), che non solo non fa uscire dalla storia del mondo e dai propri impegni di vita, ma viene incontro ai bisogni più profondi e più veri del nostro esistere quotidiano e permette di affrontare ogni nostra giornata con serenità e con certa speranza. E dal momento che ciascuno di noi vuole vivere e vivere bene, allora quanto è vera e come è utile l'affermazione del Papa Benedetto XVI: "Chi prega, non spreca mai il suo tempo". Sì, in alcuni momenti la cosa più urgente è quella di mettersi a pregare.

Della Pasqua dunque tutti abbiamo bisogno, per poter sperare e riuscire a vivere con fiducia, anche quando arriva una malattia, esplode una crisi familiare, si fa fatica ad arrivare alla fine del mese, si è alla ricerca di un lavoro che dia sicurezza. La Pasqua ha un enorme valore non solo religioso, ma anche umano, perché Gesù risorge per stare accanto a ciascuno di noi e donare speranza a tutti.

Egli ci dona speranza e ci chiede di "trasmettere speranza"(Spe salvi, n.29), anche a quanti ci vivono accanto e possono avere bisogno di conforto e di aiuto. Quanto è preziosa questa solidarietà umana, suggerita ed illuminata dalla Risurrezione di Gesù!

Carissimi,
ecco allora il mio cordiale e paterno augurio: che la Pasqua del Signore porti ad ogni persona, a tutte le famiglie, specialmente ai malati ed alle persone sole, quella speranza certa che ogni giorno ci dona la forza e la gioia di vivere bene e di fare del bene.
Con la mia benedizione. Buona Pasqua!

22/03/2008





        
  



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