E sì che gliel'avrei dato, almeno per sentirmi importante, se non altro, per sentire una qualche gratificante appartenenza. Invece niente, trattato come l'ultimo degli extracomunitari clandestini oppure come un pedofilo. La parola cultura (al quale mondo in qualche modo appartengo) non è stata detta o scritta da nessuno, mai. Non nei programmi. Non nei dibattiti. Non nella comunicazione. In definitiva, la cultura come mondo da evitare, accuratamente.

Tutta la campagna elettorale è stata rivolta esclusivamente alle varie categorie economiche ma, soprattutto, nella stragrande maggioranza delle comunicazioni, agli idioti, ai poveri di spirito, agli analfabeti, alle casalinghe teledipendenti, ai decerebrati in genere o per via dell'alcol, delle droghe, degli psicofarmaci, dei reality, delle catene di montaggio, ecc.

E, ovviamente, poiché tutti si sono rivolti a costoro, non poteva non vincere colui che di costoro è il paladino, il vessillo, la guida spirituale. Mi sembra fosse scontato; non ci vuole grossa intelligenza per capirlo.

A Grottammare, un tale Enrico Piergallini, giovane assessore alla cultura, non si è rivolto, intelligentemente, ai decerebrati di cui sopra. E ha avuto un grande, grandissimo successo.

Mi sorge allora spontanea una domanda: forse che quei leader (decerebrati?) come Veltroni e Bertinotti avrebbero fatto meglio a imitare Piergallini?