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Nuovo 'salvavita' contro l'attacco cardiaco

Ascoli Piceno | L'ospedale 'Giuseppe Mazzini' ha partecipato allo studio internazionale OASIS-5 insieme ad altri 550 centri sparsi in oltre 40 Paesi in tutto il mondo con oltre 20mila pazienti arruolati.

(Foto d'archivio)

Al centro dell'attenzione la sindrome coronarica acuta, una malattia che interessa ogni anno in Italia 250 mila persone e la correlazione tra il sanguinamento e l'aumento della mortalità. Ad Ascoli Piceno si contano oltre 500 attacchi cardiaci ogni anno. Il dato più rilevante dello studio è che un farmaco sintetico (fondaparinux) si è dimostrato più efficace nel ridurre il rischio di complicazioni emorragiche potenzialmente mortali rispetto alla cura standard (enoxaparina).

A trenta giorni dall’attacco acuto la mortalità è stata inferiore del 17 per cento. In sostanza fondaparinux funziona come un “idraulico” che libera il vaso e consente di nuovo il flusso del sangue verso il cuore. Si tratta di nuove e importanti prospettive per il trattamento di sei pazienti su dieci colpiti da un attacco cardiaco.

“Nella nostra unità coronarica – spiega il dr. Luciano Moretti, Ospedale “Giuseppe Mazzini” – vengono ricoverate ogni anno circa 500 persone con attacco cardiaco all’anno. La nostra partecipazione allo studio Oasis 5 ha visto la partecipazione di 33 pazienti. È stato uno studio particolarmente importante perché ha dimostrato, nel confronto fra fondaparinux ed enoxaparina, che esiste una equivalenza sostanziale durante la fase intraospedaliera, ma con una significativa riduzione di mortalità cardiovascolare, infarto miocardico e ictus cerebrale dopo 6 mesi a favore di fondaparinux. Questo significa che in pazienti con sindrome coronarica acuta il fondaparinux è la terapia anticoagulante da preferire”.

“Sono proprio le nuove linee guida europee – spiega il prof. Giuseppe di Pasquale, presidente nazionale della FIC (Federazione Italiana di Cardiologia) – ad aver introdotto il concetto che correla il minor sanguinamento con un minor rischio di mortalità. Per questo fondaparinux è stato identificato come farmaco di prima scelta nella stragrande maggioranza dei pazienti con sindrome coronarica acuta nelle forme che presentano una occlusione parziale del vaso coronario (non-STEMI ). In Italia la FIC ha fatto proprie le linee guida dell’European Society of Cardiology ed ha in programma un’iniziativa per diffondere capillarmente su tutto il territorio nazionale queste indicazioni”.

Il profilo di sicurezza di fondaparinux, unito alla facilità di impiego, fa si che oggi il cardiologo disponga di un’importante opzione terapeutica per la cura di almeno quattro casi di attacco cardiaco su dieci. La diminuzione del rischio di emorragie appare inoltre particolarmente interessante se si considera l’attuale quadro epidemiologico della sindrome coronarica acuta. Una malattia che interessa sempre di più gli anziani, che, anche per la presenza di problematiche a carico dei reni, risultano particolarmente esposti al rischio di emorragia.

Fondamentale è in ogni caso arrivare il prima possibile al pronto soccorso in caso di sintomi come dolore retrosternale con irradiazione alle braccia e alla gola, chiamando immediatamente il 118. Quanto prima iniziano le terapie tanto maggiore è la possibilità di evitare la morte delle cellule cardiache o comunque di limitare l’area del cuore interessata dall’infarto.

23/04/2008





        
  



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