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Energia rinnovabile dal Madagascar, parte il progetto jatropha

Ascoli Piceno | Dopo l'incontro a Palazzo San Filippo, una delegazione è partita alla volta dell'Africa per un possibile acquisto di piantagioni.

Le pianatgioni di jatropha

Bilancio più che positivo per il viaggio della delegazione composta da amministratori pubblici e imprenditori in Madagscar programmato dopo l'incontro dello scorso 30 aprile a palazzo San Filippo con il nuovo ambasciatore del Madagascar in Italia Jean-Pierre Razafy Andriamihaingo per valutare le possibilità di acquisire in Africa coltivazioni di jatropha.

La delegazione era composta dall'assessore provinciale alla Protezione Civile Luigino Baiocco, l'amministratore della "Troiani & Ciarrocchi spa" (partner della Provincia in questo progetto) Renato Ciarrocchi accompagnato da uno staff di tecnici, l'amministratore delegato della società "Emmedue" di Fano (specializzata nella costruzione di case prefabbricate) Omero Bassotti e il prof. Fabrizio Franca, agronomo dell'università di Urbino. Il gruppo ha visitato la regione dell'Atsimo Andrefana, a sud-ovest del Madagascar, una zona composta da 105 Comuni e oltre un milione di abitanti in cui il Governo del Madagascar intende investire nello sviluppo di tre settori fondamentali: la produzione su vasta scala di olio combustibile dai semi di jatropha, l'energia solare ed eolica e la pesca artigianale. La jatropha è una pianta tropicale selvatica velenosa che riesce a crescere in terreni aridi e i cui frutti contengono semi da cui si ricava un olio adatto ad essere impiegato in generatori diesel, esempio perfetto di energia rinnovabile.

A Toliara, capoluogo della regione, la delegazione ha incontrato Eric Robson Andriamihaja, uno dei direttori progettuali dell'Economic Development Board of Madagascar, l'organismo pubblico che fa da ponte tra il Madagascar e le iniziative imprenditoriali che giungono dall'estero. Di seguito si è svolto il meeting con la responsabile per la cooperazione decentrata presso il Ministero degli Affari esteri Maria Leonine Razanadrasoa e quindi con il presidente della Regione Samueline Ranuliarishua che ha mostrato di gradire questa iniziativa (prima nel suo genere) e in particolar modo il ruolo assunto dalla Provincia, definita "a public umbrella", cioè un ombrello pubblico in grado di garantire la qualità delle società e le finalità etiche dei progetti favorendo nel contempo l'incontro tra le istituzioni malgasce e i nostri distretti industriali.

"E' fondamentale sviluppare un accordo con le comunità locali per integrare questo tipo di coltivazione con le loro pratiche di agricoltura tradizionale - ha spiegato alla fine della missionwe l'assessore Luigino Baiocco - Abbiamo verificato che le popolazioni avrebbero il vantaggio di disporre, tra le file di jatropha, terra già dissodata da utilizzare per la semina di piante commestibili. Altri vantaggi deriveranno dalla consistente quota di olio combustibile che sarà lasciato in loco - ha proseguito l'assessore - che aiuterà a supplire alle carenze del Paese: si pensi che l'intero Madagascar ha una produzione energetica equivalente a quella delle Marche. Infine, è intenzione dell'Amministrazione sviluppare un protocollo d'intesa che favorisca l'interscambio tra il tessuto imprenditoriale della nostra provincia e il Madagascar e porti benefici alle comunità locali favorendo lo sviluppo sostenibile della regione. Le possibilità sono molte: in pochi giorni ho avuto modo di parlare anche con il responsabile regionale per la pesca che ha espresso il desiderio di sviluppare insieme un progetto per la realizzazione di una catena del freddo che possa far crescere il settore ittico, poco sviluppato rispetto alle reali potenzialità".

Il gruppo, con il supporto del responsabile dello sviluppo economico della Regione Liahosoa Malement, ha quindi visitato una delle piantagioni di jatropha già attive, proprietà della società a capitale misto australiano/malgascio "Green energy Magadascar" che da qualche anno lavora in questo settore alternativo ed ha già a disposizione 30mila ettari di jatropha divisi in cinque diverse zone della regione. Accompagnati dal general manager della società Benitany A. Randimby, tutti hanno potuto constatare con mano le capacità che ha la pianta di svilupparsi in ambienti particolarmente ostili a qualsiasi altra forma vegetale e quindi non in conflitto con colture commestibili.

12/06/2008





        
  



5+2=
Luigino Baiocco durante la missione in Madagascar
le piantagioni di jatropha

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