Nepal, rientro dal viaggio in solitaria
San Benedetto del Tronto | La viaggiatrice in solitaria e fotografa Raffaella Milandri, sambenedettese, è rientrata dal viaggio annunciato lo scorso 8 maggio per un fotoreportage sulla realtà del Nepal, stato-cuscinetto situato fra India e Cina.
Raffaella Milandri
Raffaella Milandri parla dei preparativi per ogni partenza: "La mia valigia? Un occhio di riguardo alla attrezzatura fotografica, molta attenzione a medicine, vaccini e prevenzione sanitaria - un ringraziamento al Dott.Santone dell'efficientissimo Centro di medicina del Viaggiatore della nostra ASL-, un guardaroba scarno, pratico e rispettoso della cultura della gente del luogo. Perché in ogni Paese si deve essere come ospiti graditi in casa altrui, e ci si deve comportare come tali. Studiare la cultura di un Paese prima di visitarlo è fondamentale per non essere come "un elefante nel negozio di cristalli" nella morale e nei valori di un popolo."
Le immagini dei reportage di Raffaella Milandri sono il frutto della sua curiosità e della sua voglia di indagare, confrontare e scoprire motivi di affinità ed integrazione tra diversi popoli, oltre a rappresentare la riproduzione visuale di intense emozioni che animano lo spirito di questa artista, che è una "viaggiatrice" nel senso più puro del termine. Dall'Australia al Giappone, dagli Stati Uniti all'India, il suo peregrinare solitario è mosso dell'inesauribile desiderio di conoscere i popoli e le culture più distanti geograficamente ed culturalmente dall'Europa.
Prosegue Raffaella Milandri:
" La cartina di un Paese è per me come una mappa del tesoro, che cela nuovi posti e nuove emozioni da scoprire. Non ho paura di viaggiare da sola: con l'esperienza si affina un sesto senso, una specie di campanello d'allarme che suona solo quando è necessario. L'importante è rispettare sempre le usanze del luogo, soprattutto in un Paese fortemente religioso. Rispettare le persone è il modo migliore per essere rispettati. In viaggio da sola, faccio vita frugale, evito i posti solo per turisti, mangio e bevo come le persone del posto, vado a dormire presto la sera e mi alzo all'alba per catturare la luce migliore nelle mie foto."
Le esperienze più significative in Nepal?
" Ho partecipato ad un sit-in per la liberazione del Tibet, a Kathmandu, e ho conosciuto molti monaci tibetani, la cui semplicità e schiettezza mi hanno toccato il cuore. Il giorno dopo, sempre a Kathmandu, hanno arrestato in modo violento 500 donne che dimostravano per il Tibet ! Ho assistito alla cerimonia delle cremazioni induiste sul fiume Bagmati, cercando di essere invisibile e di non disturbare i partecipanti. Ho visto da vicino a Manakamana i sacrifici induisti degli animali-capre e galli- , che vengono vissuti anche dai bambini come una festa, nonostante sia uno spettacolo molto cruento e sanguinario."
Continua ancora:
" In un parco naturale ho affiancato una guardia forestale , una tigre aveva ucciso un cervo samba e le sue orme macchiate di sangue erano dappertutto. E'stato emozionante vedere la tigre nel suo habitat e non nei cartoni animati o negli zoo.In un altro parco un rinoceronte ha cercato di caricare la jeep sulla quale mi trovavo. Non mi vergogno di dire che ho ero terrorizzata"
Problemi durante il suo ultimo viaggio?
"In Nepal la presenza di posti di blocco, esercito, scioperi, proteste era all'ordine del giorno, ma il problema maggiore è stato con l'autista che mi ha portato da Delhi a Kathmandu , un indiano di cultura maschilista che aveva problemi con una donna come unico passeggero. E' stato un braccio di ferro estenuante tra quello che io-cliente-chiedevo, e quello che la sua cultura gli suggeriva sulle donne, alla fine invece di chiedere "per favore" ero costretta a dirgli "questo è un ordine", finché, finalmente, siamo arrivati a destinazione e ho proseguito via bus e taxi."
Un aneddoto?
"Ero sulla jeep nel parco Chitwan, da sola con l'autista e la guida, un giovane bramino nel retro, di fronte a me. Costui mi toccava spesso la spalla mentre parlava, gesto per me fastidioso e per la sua cultura poco rispettoso nei confronti di una donna. Ad un certo punto mi mette una mano sul ginocchio: SCIAFF!! Gli schiaffeggio la mano e gli dico che per la mia cultura, in Italia, queste confidenze con una donna sono ammesse solo dal proprio marito Mi guarda un po' incredulo, le donne occidentali qui hanno fama di libertine ,ma è comunque una buona tattica e funziona. Un giorno, se R.T. (il nomignolo della guida) verrà in Italia penserà che sono una gran bugiarda. Le donne che viaggiano da sole qui sono rare e bisogna preparare una serie di tattiche difensive dagli approcci sgraditi.
Una regola d'oro che vale sia per le donne sole: fate le indiane. Certe volte non capiamo davvero cosa ci stanno dicendo, perchè spesso la pronuncia inglese è terribile . Però, se conviene, fate finta di non capire . Mai dire che è la prima volta nel paese, mai dare il vostro itinerario effettivo, o dire il nome dell'albergo dove state, e mai dire che siete da sole , a meno chè il vostro sesto senso non dia il via libera. "
Prossima avventura?
"Sto studiando un percorso in fuoristrada tra Canada e Alaska, sulle orme di Into the wild, il film di Sean Penn"
Nel novembre 2008 è in preparazione a San Benedetto una mostra dell'artista incentrata proprio su India e Nepal e sugli straordinari contrasti tra l'avanzare del progresso e della tecnologia e lo stile di vita ancora tradizionale per la maggior parte della popolazione.
Con un occhio particolare alla donna e alla loro situazione. Il titolo della mostra è "Crossing borders" ovvero varcare confini sia nel senso fisico dei confini tra i diversi Paesi, sia in senso culturale sia in senso emozionale.
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14/06/2008
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