Presentato "La caverna del fabbro", il nuovo libro di Francesco Liberati
San Benedetto del Tronto | Lo psicologo ha presentato, in un auditorium Comunale gremitissimo, il suo nuovo lavoro editoriale.
Francesco Liberati
Ha aperto il discorso lo storico Gabriele Gavazzi. Poi, è intervenuto lo scrittore e antropologo, Antonio De Signoribus, che ha effettuato, prima di passare ad analizzare "La caverna del fabbro" di Liberati, una dettagliata panoramica sugli aspetti del romanzo psicologico italiano, da D'Annunzio a Sibilla Aleramo, da Luigi Pirandello a Italo Svevo, da Giuseppe Antonio Borghese a Dino Buzzati...Insomma, secondo Antonio De Signoribus il romanzo di Liberati è davvero molto bello e scritto molto bene.
Non è facile, infatti, parlare di tematiche così difficili in modo così incisivo e a tratti anche geniale. E Liberati c'è riuscito perché ha la stoffa del narratore. Il libro racconta la storia di Giulio, un diciassettenne alle prese con la conoscenza di sé tra i tormenti dell'adolescenza. Sono le difficoltà dello studio, la complessa relazione con i coetanei, la paura di non piacere alle ragazze, le pasticche, i conflitti con la famiglia a portare il ragazzo sull'orlo di una forte crisi depressiva ed esistenziale.
"Ecco le prime avvisaglie del male - ha detto De Signoribus- sentite come ce le descrive lo scrittore dopo che Giulio ha visto un programma di medicina in televisione ‘Giulio spense il televisore. Aveva seguito l'intervista ad occhi spalancati e con la mente in ebollizione. Quelle parole avevano ancor più turbato la sua coscienza. Dunque lui era veramente un soggetto patologico! Aveva un rapporto malato con la realtà! Fu proprio allora, mentre così febbrilmente pensava, che cominciò ad avvertire uno strano, spiacevole calore che dai piedi saliva verso il torace. All'improvviso gli tornò in mente quel film di cui parlava lo zio: Matrix...in breve accadde qualcosa di terribile. Cominciò a sentirsi paurosamente solo, perso in un mondo sconosciuto e angosciante. Era come se ogni pensiero gli fosse diventato nemico. Erano diversi i colori, gli odori, le pareti della stanza. Le mani erano fredde, gli oggetti erano freddi, tutto era diventato metallico. Al contrario, la sensazione di calore interno cresceva e il cuore cominciò a martellargli nel petto con violenza. Era di colpo entrato nel peggiore dei sogni...Ma non era un sogno...!'.Poi la psicoterapia e il viaggio di Giulio dentro di sé".
Ma ecco l'Autore: "Molti si chiedono cosa mai possa capitare, di misterioso e intrigante, all'interno di una psicoterapia. Questa è la storia di una di esse, per certi versi singolare, per altri emblematica di un ambiente e di un momento storico. Ringrazio vivamente i protagonisti che hanno reso possibile la pubblicazione di questa vicenda".
E così la commenta: "La Caverna del Fabbro è la realizzazione di un sogno: il sogno di Giulio, il giovane protagonista. È il travaglio che porta dall'oscurità iniziale verso la consapevolezza del potenziale salvifico delle proprie ombre interiori. È una sorta di viaggio iniziatico, una potente seduzione che devia Giulio da un cammino di malessere verso la scoperta abbagliante di se stesso. La Caverna del Fabbro, in definitiva, è un romanzo in cui la freschezza narrativa si coniuga con lo sforzo di guidare il lettore verso la comprensione di questa ancora grande sconosciuta ai più, che è la psicoterapia".
Poi, Francesco Liberati, ha risposto alle tante domande del pubblico, interessato e partecipe, in modo davvero convincente. L'autore è nato a San Benedetto nel 1956. E' medico, psicologo e psicoterapeuta. Il suo approccio psicoterapeutico è una armonica fusione tra il punto di vista iunghiano-assimilato attraverso una lunga analisi personale-e quello cognitivo comportamentale, scelto quale formazione specialistica. Sono, poi, intervenuti:Roberto Ferretti, membro della Società italiana di Psicologia dei servizi ospedalieri territoriali e l'assessore Margherita Sorge. Mimmo Minuto ha condotto il dibattito.
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16/06/2008
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