Il trekking del Matese: lo sport per vivere la natura
Ascoli Piceno | L'evento escursianistico, svoltosi dal 31 maggio al 2 giugno sul gruppo montuoso a cavallo tra Molise e Campania, è stato organizzato dal Club Alpino Italiano di Ascoli Piceno.
Il lago del Matese dal monte La Gallinola
L’ultimo impegno organizzativo della sezione ascolana del Club Alpino Italiano è stato il trekking del Matese svoltosi dal 31 maggio al 2 giugno sul gruppo montuoso a cavallo tra Molise e Campania.
Il Matese completa a sud la catena dei massicci dell’Appennino centrale dotati di vette sopra i 2000 metri; è costituito da 1440 kmq di territorio in buona parte incontaminato, scarsamente abitato e attraversato unicamente da un paio di strade.
Solo la parte campana è protetta da un parco regionale di recente costituzione (anno 2002), non esistono guide o carte dei sentieri relative all’intero territorio e ciò rende difficile avventurarvisi tant’è vero che l’impegno maggiore del trekking è avvenuto nella fase di preparazione che ha richiesto diversi sopralluoghi da parte dei responsabili della Commissione Escursionismo CAI.
L’itinerario che ne è scaturito offre il pregio di far conoscere come è fatto il gruppo, perché consente di percorrerne la cresta principale toccando le tre vette più alte - Miletto (2050 mslm), La Gallìnola (1923 m slm) e, più a sud, il Mutria (1822 m slm) – e da lì porre lo sguardo su un vasto orizzonte che va dall’Adriatico al Tirreno, fino a scorgere il Vesuvio.
Particolare che ha distinto il trekking si è avuto nel terzo ed ultimo giorno, quando si è scesi nella valle di Bojano, antico percorso della transumanza tra Abruzzo e Puglia, facendo ingresso nell’antica città romana di Saepinum tra i resti archeologici incredibilmente conservati, immersi nel silenzioso e calmo paesaggio agreste.
Per i venti partecipanti al trekking che ci hanno messo piede dopo tre giorni di cammino, 2500 metri di dislivello in salita e oltre cinquanta chilometri percorsi, la sorpresa è stata grande e lo stupore ha preso il sopravvento sulla fatica.
L’iniziativa, perfettamente riuscita grazie all’esperienza di Alberico Alesi, capogruppo della spedizione coadiuvato dal “sannita” Enrico D’Uva profondo esperto dei luoghi natii, è stata sicuramente utile per far conoscere un pezzo del territorio italiano ancora integro e di rara bellezza, da ripercorrere con altri itinerari e, perché no, anche in mountain bike.
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17/06/2008
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