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Il PD si schiera con i pescatori

San Benedetto del Tronto | Il Partito Democratico esprime vicinanza ai marinai in sciopero: "Se per il futuro possiamo auspicare l'impiego di motori che consumino meno carburante, per il presente non possiamo che trovare fondate le rivendicazioni degli operatori della pesca".

Uno dei tanti cartelli di protesta scritti dai marinai in sciopero contro il caro-gasolio

Dal coordinatore comunale del PD Felice Gregori riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

La marineria sambenedettese attraversa da alcuni anni difficoltà non dovute a fattori locali. Ma se fino a pochi mesi fa uno degli argomenti al centro del dibattito nel settore riguardava il quantum degli incentivi che la Comunità europea avrebbe dovuto concedere per la rottamazione delle barche, oggi siamo di fronte ad una crisi più grave e più urgente, riguardante tutti gli operatori che continuano ad operare ogni giorno, sia nella veste di armatori, che di lavoratori dipendenti, a mare e a terra.

Nell'economia della pesca il prezzo del gasolio non è una variante di costo che possa oscillare liberamente. Diversamente, esso rischia di travolgere un intero settore, il principale dell'economia cittadina. Né si tratta di un problema circoscritto a San Benedetto. Infatti, essendo la più attiva in questo settore, le Marche sono anche la regione d'Italia più colpita dai rincari delle ultime settimane. Riteniamo pertanto che le richieste dei pescatori vadano valutate attentamente, per trovare soluzioni che salvaguardino la concorrenza senza ignorare difficoltà così gravi.

Auspichiamo dunque che il Comune di San Benedetto del Tronto, la Provincia di Ascoli Piceno, la Regione Marche e il Governo nazionale, si facciano promotori di un incontro nei prossimi giorni, per affrontare i termini della questione. Pensiamo che questa iniziativa debba partire da qui anche in rappresentanza degli analoghi problemi che stanno vivendo le marinerie di tutta Italia.

Se per il futuro possiamo auspicare l'impiego di motori che consumino meno carburante, per il presente non possiamo che trovare fondate le rivendicazioni degli operatori della pesca, e pensiamo che esse vadano comunque condotte nelle sedi istituzionali competenti, senza degenerare in scontri, come quello di cui purtroppo abbiamo notizia da Bruxelles.

Siamo fiduciosi sul fatto che alla fine le giuste rivendicazioni delle marinerie di Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia troveranno ascolto da parte delle istituzioni italiane e della Comunità europea. L'economia, di cui si parla a volte in termini astratti, va invece difesa qui e adesso da un tramonto che non possiamo permetterci.

09/06/2008





        
  



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