Lamore tra Vittoria e Umberto non è più un mistero nel libro di Marella Caracciolo
San Benedetto del Tronto | Serata ricca di amore e fascino quella creata ieri dalla scrittrice Marella Caracciolo Chia mentre narrava la struggente e breve storia d'amore tra Vittoria Colonna e Umberto Boccioni.
di Francesca Poli
Gino Troli e Marella Caracciolo Chia
Per la prima volta la brevissima storia clandestina tra i due è stata resa pubblica grazie al ritrovamento, poco tempo fa, delle lettere che i due amanti si sono scambiati nei due mesi di relazione interrotta dall'improvvisa morte di Boccioni.
Si è trattato di un ritrovamento casuale e fortuito, come spiega la scrittrice: "Il mio obiettivo iniziale era quello di scrivere un libro sulla vita della celebre famiglia romana Caetani, soprattutto sul misterioso Leone Castani che, unico erede della dinastia, all'età di 50 anni lascia l'irrequieta moglie Vittoria Colonna, anche lei di nobile famiglia romana, sfilandosi da un destino luminoso, per fuggire in Canada a fare il taglialegna."
Ed è proprio qui che è nata una nuova ricerca: l'autrice infatti ha trovato, tra le tante lettere e carte riguardanti Leone, una lettera di richiesta della moglie Vittoria di riavere le sue lettere. E' così cominciata la lunga ricerca, durata anni, della scrittrice nella speranza di trovare le lettere perdute; solo nel 2006 la Caracciolo riceve una telefonata dall'erede dei Colonna il quale l'ha informata del ritrovamento di un baule pieno di lettere.
E qui la scoperta di una Vittoria, fino ad allora passata in secondo piano, grafomane la quale scriveva tre lettere al giorno al marito raccontando tutto: "E' stato come entrare nell' 900 Italiano. Vittoria scriveva di tutto, degli ambienti, della musica, dell'aria che si respirava nell'epoca della Belle Epoque, dei cambiamenti, delle rivoluzioni, della guerra, della cultura. Un quadro completo di un epoca con un valore storico inestimabile - spiega l'autrice - poi in fondo al baule ho scoperto una ventina di lettere, tenute insieme con un nastro, e lì ho fatto la mia scoperta. Erano lettere tra lei e l'artista del futurismo italiano Umberto Boccioni, conosciutisi nel Giugno 1916 all'Isolino, sul Lago Maggiore, dove il pittore era ospite dei Colonna."
Lettere, tutte trascritte nel libro, che narrano di una amicizia trasformatasi via via in amore, un amore che durerà pochissimo, dal 20 giugno 1916 al 17 Agosto dello stesso anno, giorno in cui il povero Boccioni cade da cavallo e perde la vita. Le lettere però non sono solo il simbolo di un amore che nasce pian piano, piuttosto raccontano i turbamenti, i cambiamenti psicologici che un epoca, nel bel mezzo di una guerra mondiale, porta con se. Lo stesso Boccioni narra nelle lettere di un cambiamento che non è solo artistico (stava prendendo piede il Cubismo) ma la visione della guerra, fino ad allora immaginata quasi come un gioco, scuote l'animo dell'artista a tal punto che le sue ultime lettere inviate all'amata sono così struggenti e malinconiche che sembrano presagire la morte dell'artista, intellettualmente e di li a poco fisicamente.
Ma la vera protagonista di tutto è senza dubbio l'irrequieta Vittoria, una donna amante del suo tempo, visionaria ed emancipata, protagonista di scandali di costume (fu la prima donna a salire su una mongolfiera a Londra nel 1906 e la prima donna a Roma a guidare una macchina), viaggiava da sola sin dall'età di 21 anni, partecipava ai primi movimenti di emancipazione femminile e faceva un costante uso di barbiturici. Una donna a cui stava stretta la sua epoca, votata all'esperienza e al piacere, che cercava di godere della sua epoca tanto da riuscirci nel bene e nel male.
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10/07/2008
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