Continua il nostro viaggio all'interno delle scuole per intervistare i dirigenti scolastici sulla possibile approvazione delle riforme del ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini. Oggi abbiamo incontrato la nuova preside dell'Istituto tecnico commerciale Capriotti Elisa Vita, la quale si è resa molto disponibile nel rispondere alle nostre domande.

Professoressa Vita, lei ha da poco cominciato il viaggio della dirigenza di questo istituto e si è ritrovata subito a far fronte all'eventualità che le nuove proposte di riforma scolastica vengano approvate. In quanto insegnante, prima di chiederle cosa ne pensa delle possibili nuove direttive scolastiche, le chiedo se è d'accordo con l'eventuale eliminazione della Siss, la scuola di specializzazione, subentrata nel vecchio governo, obbligatoria per tutti coloro che desiderano essere insegnanti. E' d'accordo?
"Anche se molti non saranno d'accordo, io credo che la via maestra per accedere all'insegnamento debba essere il concorso ordinario per titoli ed esami aperto a tutti e con scadenze triennali o biennali com'era una volta, per un numero di cattedre certo. Oggi, ai giovani laureati si chiedono tasse molto alte per conseguire una specializzazione che non è aperta a tutti e che non garantisce la certezza del lavoro".

Cosa ne pensa dell'importanza del voto in condotta come nota principale per la promozione dello studente?
"Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito a molteplici episodi deplorevoli, soprattutto nella scuola secondaria superiore. Occorre che il "patto educativo" scuola-studenti-famiglia espliciti chiaramente doveri e diritti che non possono essere derogati. Se si verificano episodi di bullismo, mancanza di rispetto verso i compagni ed i professori è giusto sanzionarli pesantemente, anche con un cattivo voto in condotta che, nei casi più gravi, può determinare la bocciatura. Occorre, però, che anche la scuola sappia educare alla convivenza democratica e alla legalità, intesa nel senso più nobile, a cominciare dallo studio della nostra Costituzione".

Un'ultima domanda, che non rientra nell'ambito della sua dirigenza ma che è il punto della riforma che fa più discutere ed ha agitato gli animi di tutti: la possibilità della reintegrazione del "maestro unico" alle elementari. Cosa ne pensa?
"Si tratta indubbiamente di un passo indietro per la scuola primaria che attualmente rappresenta il fiore all'occhiello della scuola italiana. L'OCSE-PISA ci colloca infatti al 6° posto tra i sistemi scolastici mondiali nell'età 6-11 anni. Il maestro "tuttologo" poteva andar bene nella scuola di 50 anni fa, non più oggi, quando agli alunni è necessario dare risposte sempre più complesse ed articolate che richiedono competenze altamente specialistiche dei docenti".