Dopo mesi di proclami, annunci e speranze il progetto per la grande riqualificazione dell' ‘area Ballarin' sembra concludersi in una grande bolla di sapone. Il lavoro di un architetto di livello mondiale come Bernard Tschumi sembrerebbe morire sul nascere. L'unica cosa che rimane è la sensazione di aver fatto una figura poco onorevole.

Le buone intenzioni si devono arrendere alla fredda legge. Dura lex, sed lex, dicevano i latini. E cosa dice questa legge? In soldoni la Legge Finanziaria 2005 (n° 311/31-12-2004, art.1 comma 434) afferma chiaramente: un Comune che acquista un bene di proprietà del Demanio non può rivenderlo e neanche donarlo prima di 10 anni. Si tratta del principio di inalienabilità. Questo per evitare speculazioni economiche, visto che il Demanio vende ad altri Enti Pubblici a costi "simbolici", molto inferiori al valore di mercato. Basta fare l'esempio dell''area Ballarin': è stata acquista dal Comune per una cifra di circa 800mila euro, mentre varrebbe decine e decine di volte di più.

E tale principio è chiaramente riportato nell'atto notarile datato 25 maggio 2008, che suggella il passaggio di proprietà dell'area dove sorge lo Stadio. Davanti al Notaio Tommaso Faenza si erano trovati Mario Bruno in rappresentanza dell'Agenzia del Demanio e Antonio Rosati, Dirigente del Settore Gestione delle Risorse, per il Comune di San Benedetto.

Si rincorrono voci e smentite sul fatto che il Comune e la Fondazione fossero a conoscenza dell'esistenza di questa legge. Certamente questa situazione sta creando non pochi imbarazzi nelle stanza dei bottoni che contano. "Ci sono stati dei difetti di comunicazione", "la vicenda è stata gestita con leggerezza", affermano a denti stretti due alti esponenti della Giunta.

Secondo Bruno Gabrielli, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, quella tra il Comune e la Fondazione Carisap sulla ‘zona Ballarin' è una trattativa che non sarebbe neanche dovuta nascere: "Non c'erano le basi giuridiche necessarie, la Fondazione richiedeva espressamente la proprietà del terreno, cosa che il Comune non poteva dare".

"Il Sindaco ha intavolato una trattativa che non stava in piedi - tuona Gabrielli - ora non scarichi le sue colpe sui dirigenti e si assuma le sue responsabilità. Ha fatto fare alla città una figura barbina di livello mondiale e per questo a nome di tutto il Popolo della Libertà chiedo che rassegni le dimissioni".