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Le proposte di Rifondazione Comunista sul Piano Casa

San Benedetto del Tronto | Il Piano Casa testimonia ancora una volta la grande attenzione che questa maggioranza pone al problema abitativo. - si legge in una nota di RC - Ma sono due, in particolare, i nodi che rimangono da sciogliere perché il Piano diventi davvero efficace...".

(Foto d'archivio)

Dal Circolo di Rifondazione Comunista di San Benedetto del Tronto riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

In occasione della presentazione ufficiale del Piano Casa, elaborato dagli uffici comunali su indicazione della maggioranza di centrosinistra, desideriamo in primo luogo sottolineare come tale Piano intervenga su un problema, quello dell’emergenza abitativa, che da ormai sette anni non trovava alcuna attenzione da parte delle amministrazioni comunali.

E’ cosa ben nota, infatti, che l’odierna minoranza di centrodestra non ha, nei suoi 4 anni di mandato, approvato alcun atto a sostegno del diritto alla residenza, diversamente da quanto hanno fatto tutti gli altri comuni della provincia; persino Ripatransone, che di certo non ha una pressione residenziale paragonabile a quella sambenedettese, ha costruito decine di alloggi popolari mentre il centrodestra stava a guardare accapigliandosi su ogni questione.

Il Piano Casa, viceversa, testimonia ancora una volta – dopo il fortissimo aumento dei fondi destinati al sostegno dell’affitto – la grande attenzione che questa maggioranza pone al problema abitativo. Nonostante questa chiara testimonianza sarebbe riduttivo e fuorviante definire questo Piano come la panacea in grado di risolvere tutti i problemi, soprattutto se portato a compimento allo stato attuale dell’elaborazione.

Sono due, in particolare, i nodi che rimangono da sciogliere perché il Piano diventi davvero efficace. Fatto salvo l’importante aspetto riqualificativo del piano, rimane da spiegare perché si dovrebbe procedere all’edificazione di nuovi appartamenti quando la città è piena di appartamenti sfitti. Il problema sta nella tolleranza che si è avuta nei confronti di fenomeni distorsivi del mercato, come l’affitto estivo in nero, che hanno reso più conveniente evadere le tasse e non concedere le abitazioni di proprietà all’utilizzo di chi ne ha bisogno.

Tale pratica ha ridotto la disponibilità per i meno abbienti (tipicamente giovani, anziani, famiglie), che infatti si trovano molto spesso a emigrare di qualche km verso zone più a buon mercato, aggravando i già seri problemi di traffico che affliggono la riviera e la salaria. Ciascun cittadino sarà libero, naturalmente, di continuare ad affittare i propri appartamenti come meglio crede, ma non potrà continuare a farlo evadendo le tasse. A tale scopo dovrà essere attivata una convenzione con gli enti preposti per rendere maggiormente efficace il controllo di tale illegale attività. Senza questa premessa, si andrebbero a costruire nuovi appartamenti che finiranno per essere, inevitabilmente, nuove seconde case vuote di cui la nostra comunità non ha bisogno.

Il secondo aspetto riguarda invece la possibilità di destinare una percentuale delle costruzioni realizzate tramite Piano Casa all’affitto calmierato. Siamo contrari a tale possibilità e chiediamo che sia lasciata come unica alternativa quella di consegnare la proprietà di una parte degli appartamenti al Comune, come del resto già previsto dal piano. E’ di questi giorni, infatti, un bando regionale sull’affitto calmierato che rende inutile l’inserimento di questo meccanismo nel Piano Casa; riteniamo inoltre prioritario che gli appartamenti consegnati al comune entrino totalmente nel patrimonio come alloggi ERP, data la totale stasi nella costruzione di nuovi appartamenti negli ultimi 10 anni.

Con queste due modifiche (stipula di una convenzione o di un programma attuabile per il controllo dell’affitto in nero; cancellazione della parte riguardante l’affitto calmierato) il Piano Casa potrà essere davvero in grado di apportare i risultati che la città sta aspettando da quasi un decennio.

15/09/2008





        
  



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