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I diritti umani del "Bizzarri 2008"

San Benedetto del Tronto | Massimo Consorti e Fabrizio Pesiri, direttori artistici della 15° Rassegna del Documentario – Premio ‘Libero Bizzarri’, ci danno una panoramica della programmazione del festival ed i documentari in cncorso.

Gli organizzatori dell'evento

È come saltare una palizzata invece di aggirarla. È mostrare immagini ricercandole fra quelle che hanno un senso, perché un festival senza senso è una cosa diversa, molte volte è la passerella percorsa da abiti che nessuno indosserà mai. Così, pensando alla 15° edizione del Festival "Bizzarri", abbiamo creduto fosse il caso di non tralasciare quelli che oggi sembrano particolari, mentre invece rappresentano la sostanza di una comunicazione cinematografica non condizionata dalla necessità di piacere ad ogni costo. Ci riappropriamo della "storia" del Festival, quella che dura da quindici anni, e la proiettiamo su uno schermo che dia modo di ragionare, di riflettere, di approfondire ma anche di divertire. Facciamo nostra, affrontando il tema dei "diritti umani", la capacità residua di indignarsi di fronte a un mondo che ha altri pensieri e la necessità continua di farsi imbalsamare l'intelligenza, e non sempre per sopravvivere.

Forse è questa la ragione per la quale abbiamo "aperto" decisamente all'esterno, forse è questo il motivo per cui ci siamo assunti l'onere (ma anche il piacere), di investire in situazioni che nessuno ha più il coraggio di affrontare, di percorrere, con il coraggio di chi ha una fede incrollabile nel valore della comunicazione strutturata per informare e non per orientare, strade irte di difficoltà. Partendo da questo presupposto tutte le sezioni del "Bizzarri" affrontano storie e contesti, percorsi di vita e tematiche che li descrivono senza enfasi, senza compiacimento, con la consapevolezza che un'operazione culturale così strutturata, poco si presta a letture diverse da quelle imposte dalla curiosità di capire cosa sta succedendo nel mondo e in tutti i mondi possibili.

Sono 18 i film in concorso e oltre 40 quelli che compongono le sezioni a latere. Proporre 60 documentari in un Festival non è cosa da poco, ma non potevamo esimerci dal dare visibilità anche a quelle opere che, pur meritevoli di ogni attenzione, non sono entrate nel lotto del concorso.

Fra gli autori dei documentari selezionati figurano nomi di assoluto rilievo a livello nazionale, e non solo. Ne citiamo solo due per brevità: Gianluca Arcopinto che, con Angeli distratti, racconta l'incubo iracheno ambientato a Falluija, e Roberto Citran che, con il suo Stranieri in patria, ripercorre l'odissea degli emigrati veneti non all'estero ma in Italia, stranieri nel proprio Paese.

Ma, accanto ad attori e a registi-produttori già affermati, vive un mondo di autori degni di essere proposti, e questa è una delle mission storiche del "Premio Bizzarri".
Tante le storie e tantissimi i reportage in programma, a testimonianza di un forte taglio giornalistico che abbiamo voluto dare a questa 15° Rassegna. E sono storie e reportage che descrivono i mondi a volte incomprensibili delle guerre e delle violazioni dei diritti umani e quelli della politica spicciola di chi nega ancora l'uso dell'uranio impoverito nei conflitti "moderni".

Ci sono morti che non hanno trovato una degna sepoltura (tema trattato da Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani per le vittime del franchismo) e quelli che non hanno ancora avuto quella cosa sciocca che si chiama giustizia (le vittime di Marzabotto dopo 62 anni).

Il "Bizzarri 2008" è tutto questo e molto di più: è l'America Latina con i drammi della sua Storia e del suo presente; è il mondo dei manicomi trasformati in reparti psichiatrici degli ospedali civili (senza che ne sia cambiata la sostanza); è il cammino di mille precari in cerca d'identità. È il Festival dei "profili", tanti, che vanno da Maria Callas a Luciano Pavarotti, da Ugo Pirro a Franco Piavoli, da Totò Schillaci (proprio lui, il bomber di Italia '90) a Adolfo Broegg, da Dacia Maraini a Ferruccio Ferroni fino ad Armando Crispino e a Nera, una ragazza nigeriana che di professione fa la prostituta e che racconta la sua vita e la sua giornata.

Il "Bizzarri 2008", però, è anche il Festival che si prende la briga di mostrare aspetti apparentemente minimali della nostra pigra società, che ricorda un mito dei suoi tempi, l'unico vero divo nella storia del fotoromanzo italiano, quel Franco Gasparri, senigagliese di nascita, che si ritrova proiettato nel mondo dorato del jet-set. Ed è il mondo di Caterina Carone e delle sue Chiavi per il paradiso. La Carone, giovanissima regista, è di Sant'Omero, come dire, quattro passi verso Sud.

Grande importanza, in questo Festival, avrà il tema del lavoro (e dei morti sul lavoro, quelli che si piangono dopo aver disatteso le più elementari norme anti infortunistiche), quello che, con una amarezza profonda, abbiamo definito il "mondo delle vite sospese". A questo tema, alla fin fine, è possibile ricondurre anche tutti gli altri, perché si parla di rispetto, di uguaglianza, di libertà, di dignità, di tutti quei concetti, insomma, che sembrano essere stati accantonati per far posto a un qualsiasi SUV delle illusioni perdute.

25/09/2008





        
  



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