Ricorre quest'anno il centenario dalla nascita della venerabile Paola Renata Carboni, nata a Montefalcone Appennino il 21 febbraio 1908 e morta di febbre tifoide l'11 settembre 1927 a Grottazzolina. Un personaggio dotato di eccezionale carisma, che si è fatto strada nella vita della fede con il contrasto della famiglia atea e ricevendo i sacramenti di nascosto.

Renata è stata una di quelle figure semplici ma ricche di grandi valori umani e spirituali, senza spettacolarità di fenomeni straordinari, che si stagliano oltre la soglia della comune mediocrità. Fu Giovanni Paolo II ad approvare il decreto per permettere di utilizzare l'appellativo "venerabile" nei confronti della pia donna della ValTenna.

Il Consiglio Diocesano tenutosi al teatro grottese "Ermete Novelli" venerdì scorso ha avvicinato il personaggio degno di lode ai fedeli della diocesi fermana, ripercorrendo le tappe della vita di Paola Renata ed attualizzando il personaggio ai giorni d'oggi. Buona l'affluenza di pubblico che ha riempito quasi tutto il teatro ed ha ascoltato l'avvicendarsi delle relazioni con interesse.

Discorso fulcro della serata è stato quello di Padre Gabriele Ferlisi, postulatore agostiniano della causa di beatificazione della giovane ragazza grottese. Mariano Ambrogi, sindaco di Grottazzolina, esprime la sua volontà di intitolare alla venerabile una via del paese e Mauro Trapè, responsabile diocesano di Azione Cattolica si è dichiarato soddisfatto per l'afflusso di persone all'evento, nonostante ci fossero in concomitanza Piero Fassino alla festa dell'Unità di Piane di Montegiorgio e "lu vurgu fa cantina" a Francavilla d'Ete. Plaudita con piacere anche la presenza dell'ex presidente nazionale di Azione Cattolica Italiana, Luigino Alici, anch'egli residente a Grottazzolina.

E' la testimonianza di una popolazione che ricerca le sue radici in vari ambiti, quello della vita agreste, quello delle arti visive e culinarie, ma anche, come vediamo, nella religiosità, che tra fede e mistero è insita nell'intimo di ogni uomo e si miscela quotidianamente in maniera inscindibile in qualsiasi cosa si realizzi. Fra le tante persone degne di lode, Paola Renata rappresenta la certezza cattolica della possibiltà di avere il culto di un personaggio carismatico nella ValTenna ed assieme la possibilità di dimostrare al mondo non cattolico che il culto della religione cattolica cristiana non è solamente, come dicono alcuni, "un'usanza che si tramanda ai figli col battesimo quando sono piccoli ed inconsapevoli" ma spesso e volentieri la forte ricerca di una identità laica ispirata al Cristo.