Tschumi e il Ballarin, una strada ancora tutta da percorrere
San Benedetto del Tronto | Il 'Caso Ballarin' va in Consiglio Comunale il 30 ottobre e gli interrogativi sono ancora tanti. Intanto è sempre più provabile l'ipotesi che venga indetto un bando pubblico per il recupero dell'area. Ecco la probabile formula per sbloccare l'impasse.
di Marco Braccetti
Riconoscibili da sinistra Bernard Tschumi e Giovanni Gaspari
"Dobbiamo discutere se dare indicazioni precise al progettista o lasciarlo completamente libero". Possiamo riassumere così le indicazioni arrivate dopo la riunione che la maggioranza consiliare ha tenuto nella serata di ieri, giovedì 16 ottobre. E la discussione di fa ancora più pesante se il progettista si chiama Bernard Tschumi e se l'opera da realizzare è il tanto atteso restyling del Ballarin.
In ogni caso sono in molti a respingere l'ipotesi di un nuovo Palacongressi, circolata nei giorni scorsi e apparsa su diversi quotidiani locali.
La Consigliera Lina Lazzari (Pd) non ha partecipato alla riunione di maggioranza ma esprime comunque tutta la sua contrarietà all'ipotesi che a posto del vecchio stadio sorga un nuovo Palacongressi: "Deve essere il Consiglio Comunale ad indicare cosa realizzare e personalmente sono fortemente contraria all'ipotesi di un nuovo Palazzo del congressi".
Palacongressi bocciato anche dal Consigliere di Rifondazione Comunista Daniele Primavera che già in passato aveva espresso un forte ‘no' a tale ipotesi.
"Il Consiglio Comunale dovrà esprimersi riguardo cosa realizzare, ma certamente non sul come realizzarlo", afferma Fabio Urbinati del Pd. Tra le varie ipotesi era circolata anche quella di un grande acquario. Urbinati la esclude senza appello: "I costi di gestione sarebbero troppo elevati".
Si pensa ad una struttura di valenza turistico-culturale, in ogni caso con forti riferimenti al mare, vista la vicinanza con il porto. Una formula sibillina, che si presta a diverse interpretazioni.
Certo, le idee sono ancora confuse e per avere un quadro più chiaro occorrerà aspettare il prossimo Consiglio Comunale. La conferenza dei Capigruppo convocata questa sera - venerdì 17 ottobre - darà l'ok ufficiale per la convocazione. Salvo imprevisti dell'ultim'ora l'Assise si terrà giovedì 30 ottobre. In quella data verrà discusso e probabilmente votato l'atto d'indirizzo.
Intanto dall'ufficio del Sindaco tutto tace. Ai cronisti che in mattinata hanno bussato alla sua porta, Gaspari ha fatto sapere che non ci sono novità degne di essere comunicate alla stampa.
Riguardo alla ‘formula magica' che sbloccherebbe lo stallo, tutte le fonti con cui abbiamo parlato confermano che è stata trovata. Per ‘svincolarsi' dalla Legge Finanziaria del 2005 il Comune dovrebbe concedere alla Fondazione Carisap l'area in concessione o in comodato, restandone proprietario a tutti gli effetti. Poi si procederebbe alla stesura di uno documento con cui l'Ente Comunale s'impegna, una volta trascorso il vincolo d'inalienabilità decennale, a donare l'intera area alla Fondazione. Un vero e proprio impegno formale scritto nero su bianco, sul quale il Consiglio Comunale esprimerebbe un placet. Tale scrittura sarebbe sufficiente come garanzia. Ricordiamo infatti che la Fondazione non ha materialmente disponibili i 10 milioni di euro, ma li reperirebbe tramite un mutuo bancario.
Per far si che l'operazione tra Comune e Fondazione sia più che mai limpida e trasparente sembra profilarsi l'ipotesi della realizzazione di un bando pubblico. Anche questa ipotesi dovrebbe essere discussa nella prossima Assise Comunale. Ma in questo caso le variabili e gli interrogativi crescerebbero esponenzialmente. Cosa accadrebbe se un'azienda o un privato partecipasse al bando e presentasse un'offerta più vantaggiosa di quella espressa dalla Fondazione Carisap? Ammesso che la Fondazione vinca l'eventuale bando, cosa accadrebbe se ci fossero dei ricorsi al Tar? L'iter si bloccherebbe e sarebbe tutto rimandato alle calende greche. Tutte ipostesi da fantapolitica? Staremo a vedere.
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17/10/2008
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