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Comincia l’ora solare, lancette indietro di un’ora tra sabato e domenica. Tempus fugit.

Teramo | Alle ore 3 tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2008, saranno le ore 2. Si può viaggiare nel tempo? Cosa dicono la scienza, la letteratura e il cinema. La parola al dott. Amedeo Balbi, autore del libro “La musica del Big Bang”.

di Nicola Facciolini

Tempus fugit. Anche quest'anno è giunta l'ora di rimettere l'orologio indietro di un'ora, si dormirà 60 minuti in più. Precisamente alle ore 3 di notte, tra sabato e domenica, dovremo agire sulla nostra macchina segnatempo che il genio dei maestri orologiai nella storia ha materializzato in opere d'arte di incredibile fascino e bellezza.

Quest'anno sono stati risparmiati 646 milioni di chilowattora; dal 2004 la spesa è diminuita di circa 400 milioni di euro, come ci informa il Corriere della Sera. Le lancette dell'orologio vanno un'ora indietro: nella notte tra sabato 25 e domenica 26 finisce, infatti, il periodo di ora legale che avrebbe permesso un risparmio di 646 milioni di chilowattora di elettricità, pari a 99 milioni di euro.

Dal 2004 al 2008, grazie al meccanismo dell'ora legale sono stati consumati 3,1 miliardi di chilowattora di luce, con un risparmio di circa 400 milioni di euro. Quest'anno si è registrato un incremento nel risparmio di +0,15% sul 2007 con 1 milione di kilowattora in più.

Detto questo una riflessione è d'obbligo, tra un cambio e l'altro: si può viaggiare davvero nel tempo? La risposta non è semplice. Il dott. Amedeo Balbi, autore del libro "La musica del Big Bang" (Springer), è ricercatore presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Roma Tor Vergata. In passato ha lavorato tra l'altro all'Università di Berkeley in California con George Smoot (premio Nobel 2006 per la fisica). Tra le sue attività attuali c'è la partecipazione alla missione spaziale Planck dell'ESA.

"Intorno al tema dei viaggi nel tempo - spiega il dott. Amedeo Balbi - sono stati costruiti innumerevoli libri e film di fantascienza. Se il viaggio nel futuro serve spesso come pretesto per storie a sfondo sociologico, spesso dai toni apocalittici o antiutopici (si veda il caso più noto, "The Time Machine" di H.G. Wells), il viaggio nel passato è quello che probabilmente ha maggiore potenziale narrativo". La ragione, presumibilmente, sta nell'introduzione di un elemento di circolarità nelle storie, nella possibilità di alterare i rapporti di causa ed effetto in modi sconcertanti e lontani dalla percezione comune".

In che modo?
"Un viaggiatore nel tempo può cambiare il proprio passato e con esso il mondo futuro da cui proviene, dando luogo a paradossi senza fine, a percorsi autoreferenziali apparentemente impossibili e contraddittori come la scala di Penrose".

Paradossi davvero impossibili e incredibili: la Natura aborre il vuoto.
"Il paradosso più radicale è quello in cui un'azione compiuta dal viaggiatore nel passato rende impossibile la propria stessa nascita (per esempio attraverso l'uccisione del proprio bisnonno). Casi altrettanto drammatici sono quelli in cui il viaggiatore si ritrova catturato in un ciclo infinito da cui non riesce a uscire, perché è proprio l'azione da lui provocata nel passato che gli fornirà, in futuro, la spinta a viaggiare a ritroso nel tempo: un eterno ritorno opprimente da cui è bandito il libero arbitrio".

Può fare un esempio?
"Un esempio di storia circolare di questo tipo si trova nel cortometraggio "La Jetée" di Chris Marker, che ha ispirato il film "L'esercito delle 12 scimmie" di Terry Gilliam. Poi ci sono i cicli imperfetti, che si ripetono sempre leggermente diversi fino a quando il viaggiatore non trova la chiave per ripristinare la "realtà" originaria o per uscire dal ciclo. Questo presupposto dà spesso vita a storie più leggere o ottimistiche, come la commedia "Groundhog Day" ("Ricomincio da capo", in italiano), in cui Bill Murray è costretto a ripetere innumerevoli volte la stessa giornata dall'inizio, fino a diventare una persona migliore. Un altro caso di ciclo temporale (imperfetto?) è emerso recentemente in Lost (e non dite che vi ho rovinato la sorpresa perché la puntata in questione è stata trasmessa da Raidue)".

Cosa ha da dire la fisica su queste possibili contraddizioni?
"Naturalmente, non c'è moltissima attività teorica su temi speculativi di questo tipo, ma qualche tentativo è stato fatto. È interessante che la prima soluzione della teoria della relatività generale che prevedeva curve temporali di tipo chiuso, permettendo di descrivere viaggi nel passato, fu trovata dal logico e matematico Kurt Gödel, più noto per i suoi lavori sulla ricorsività nei sistemi logici. Tuttavia, oggi sappiamo che le soluzioni di Gödel, benché formalmente corrette, non hanno attinenza con l'universo reale. Più recentemente, le vie di uscita ai paradossi causati dalla possibilità di viaggi nel passato sono state essenzialmente di due tipi. Quelle che rientrano nell'ambito delle "teorie a molti mondi", per cui ogni alterazione della linea temporale si dirama in un diverso universo: ogni possibile conflitto viene così cancellato postulando l'esistenza di infinite realtà parallele non interconnesse. Oppure quelle che ritengono semplicemente che gli eventi che potrebbero causare una contraddizione nelle curve temporali chiuse hanno una probabilità nulla di verificarsi".

In pratica, anche volendo, non riusciremmo mai a causare un paradosso, semplicemente perché non riusciremmo mai a partire dalla giuste condizioni iniziali.
"Questa interpretazione fu proposta per la prima volta dal fisico Igor Novikov. Secondo Stephen Hawking, invece, qualche principio ancora non compreso (la "congettura di protezione della cronologia"), analogo al principio di conservazione dell'energia, vieterebbe l'esistenza di curve temporali chiuse, eliminando alla radice la possibilità dei viaggi nel tempo e quindi l'emergere di qualsiasi paradosso".

Parliamo del suo libro: La musica del Big Bang.
"La radiazione cosmica di fondo è il residuo del grande calore seguito al Big Bang. Un tenue segnale, vecchio di oltre 13 miliardi di anni, in cui si celano le risposte a molte delle domande sulla natura del nostro Universo. Scoperta casualmente nel 1964, negli ultimi quarant'anni questa traccia fossile delle origini del Cosmo è stata esplorata con ogni mezzo disponibile. Due premi Nobel per la fisica sono già stati assegnati per ricerche che la riguardano, l'ultimo nel 2006 per i risultati del satellite COBE. Molte delle informazioni codificate nella radiazione cosmica di fondo sono state impresse dal sovrapporsi di onde acustiche presenti nell'Universo primordiale: una "musica" del Big Bang, che i cosmologi hanno tentato per anni di ricostruire, usando tecniche analoghe a quelle che permettono di distinguere il suono di diversi strumenti musicali. Solo di recente le prime note di questa straordinaria sinfonia cosmica sono finalmente state svelate, ma l'indagine non è ancora finita. Questo libro illustra, con un linguaggio adatto anche al non specialista, le teorie, le osservazioni e le scoperte che hanno fatto entrare la cosmologia in una nuova era".

Non potremo mai viaggiare a una velocità diversa dal nostro tempo. Altrimenti non potremmo più esistere.

 

24/10/2008





        
  



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