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La Bibbia Giorno e Notte: tanti teramani protagonisti della lettura integrale del Libro dei Libri.

Teramo | Dal 5 all'11 ottobre a Roma 1.200 lettori di ogni età, categoria sociale e religione, leggeranno i 46 libri dell’Antico Testamento, di cui 39 quelli della Bibbia ebraica, i 7 “deuterocanonici” e i 27 libri del Nuovo Testamento. Grazie a Rai e Vaticano.

di Nicola Facciolini

Al centro, il leggio e il Libro da cui si irradia la Parola di Dio. Sarà l'evento religioso multimediale del XXI° Secolo, il più seguito in tv, su internet, sul telefonino e su ogni "ipod". Da domenica 5 ottobre a sabato 11 ottobre 2008 (per gli Ebrei l'anno 5769) la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma sarà teatro di un evento straordinario: la lettura integrale della Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, per sette giorni e sei notti senza interruzioni e commenti.

A leggere i passi biblici si alterneranno più di 1200 persone di ogni età, categoria sociale ed appartenenza religiosa. In totale, i libri dell'Antico Testamento sono 46, di cui 39 corrispondono a quelli della Bibbia ebraica, mentre gli altri 7 sono costituiti dai cosiddetti "deuterocanonici". I libri del Nuovo Testamento sono 27. La Parola di Dio sarà proclamata senza commento all'Assemblea riunita in ascolto. Questi gli elementi essenziali de "La Bibbia giorno e notte". I pochi segni dell'allestimento della Basilica sottolineano la sacralità e la centralità della Parola di Dio. I singoli brani di lettura avranno una durata dai 4 agli 8 minuti circa.

Tra i lettori, anche diversi teramani. Lunedì 6 ottobre, dalle ore 18.42 alle 18.48, parteciperà alla lettura del capitolo 8, "Giosuè", versi 1-25, una famiglia teramana composta da Maria Moratti, Noemi Bosica (di soli 11 anni), Mauro Angelozzi e Tonino Di Natale. Protagonista dell'eventi sarà anche Dante D'Elpidio, presidente provinciale dell'Unitalsi, che avrà l'occasione di leggere un passo della Bibbia subito dopo la lettura del Papa Benedetto XVI che aprirà l'evento, il Vescovo Ilarion e Bonafede Maria.

Poi sarà la volta dei laici. Comincerà l'attore Roberto Benigni e a seguire, nel "gruppo famiglia", Dante D'Elpidio (5 ottobre 2008 dalle ore 19:50 alle ore 19:57, Genesi 6;7), poi il figlio Davide, la moglie D'Esposito Carmela, e ancora il figlio Diego D'Elpidio. La lettura dei 73 libri che costituiscono la Bibbia sarà intervallata ogni 90 minuti circa da uno spazio musicale in tema: gruppi strumentali, cori e solisti eseguiranno brani di musica sacra, per accompagnare la riflessione sui passi della Scrittura appena letti.

Un grande evento, circa 139 ore senza interruzione, dalla Genesi all'Apocalisse, che sarà anche trasmesso integralmente da Rai Edu 2, mentre Rai Uno trasmetterà la prima e l'ultima ora. Sono state 180.000 le richieste di partecipazione alla grande maratona televisiva di lettura della Bibbia che la Rai organizza nella settimana in cui cade il Kippur. Tra le centinaia di persone selezionate per la lettura sono stati scelti anche 16 ebrei. E' interessante la coralità della risposta che indica la presenza di un pubblico generale notevolmente interessato a un programma di riscoperta della tradizione letteraria che considera sacra.

Cosa succede in campo ebraico? "Il contesto è differente - spiega Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma - perché la lettura della Torà per noi è una pratica comune e ben definita, quindi nessuna novità. Come è possibile risvegliare tanta attenzione?". La Rai si avvale della collaborazione di grandi professionisti: Giuseppe De Carli ed Elena Balestri, ideatori del progetto, i maestri Marco Frisina e Leonardo De Amicis per la direzione musicale dell'evento, Ivano Balduini in qualità di supervisore artistico, Carmela Lisabettini per il complesso progetto produttivo, Gaetano Castelli per l'allestimento scenografico e il direttore di produzione Marco Dottori. Sei i registi, coordinati da antonio ammirati, impegnati per le riprese televisive a cura del centro di produzione di Roma. Preziosa, per l'intera iniziativa, la consulenza del liturgista Crispino Valenziano.

"Bíblos" in greco indica la corteccia, interna e fibrosa, del papiro, che cresceva in abbondanza in Egitto, soprattutto tra le paludi del delta del Nilo, e costituiva l'antico materiale scrittorio. Il derivato "to biblíon" significa pertanto "il libro, lo scritto". Per designare i libri che componevano le Scritture Sacre, nella Chiesa greca, dall'epoca di Giovanni Crisostomo (+ 407), s'impose sempre più la forma plurale ta biblía (i libri). Questa forma, poi, nel medioevo, fu trasformata in femminile singolare «la Bibbia» e così è arrivata fino a noi, oggi. In realtà, più che di un libro, si tratta di una raccolta di libri, alcuni dei quali molto brevi (la Lettera a Filemone si compone di soli 25 versetti), altri più estesi (il libro di Isaia contiene 66 capitoli). Una grande biblioteca "assemblata" da diversi scrittori in diverse epoche della nostra storia. (Fonte: AA.VV.)

03/10/2008





        
  



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