"Oggi i diritti di noi Consiglieri non vengono rispettati, si cambi strada o sarò costretto a rivolgermi al Prefetto". Possiamo riassumere così il monito lanciato dal Consigliere Comunale di An Giorgio De Vecchis che nella mattinata di mercoledì 8 ottobre ha incontrato la stampa per segnalare il perdurare di una situazione a suo dire anomala.

Gli strali del Consigliere De Vecchis hanno un principale bersaglio: la Presidente del Consiglio Comunale Giulietta Capriotti che, secondo l'esponente di An, non garantirebbe le prerogative di tutti i civici rappresentanti. "Lei dovrebbe essere la garante di tutti i Consiglieri Comunali, ma non è così", tuona De Vecchis, sottolineando come la Presidente molto spesso prenda delle decisioni che la collocano non al di sopra delle parti.

Secondo l'esponente di Alleanza Nazionale la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un episodio occorso durante l'ultimo Consiglio Comunale, svoltosi venerdì 26 settembre.

Si stava discutendo del punto 15 all'Ordine del giorno: Modifica programma 2008 per il conferimento incarichi a soggetti esterni all'Ente.

De Vecchis aveva presentato tre emendamenti al testo. I tre emendamenti sono stati discussi dal Consiglio ma poi non sono stati posti in votazione.

Va ricordato che il nuovo Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, approvato di recente all'art. 37 prevede che tra i ‘Diritti d'iniziativa dei Consiglieri' ci sia quello di presentare emendamenti e Ordini del giorno.

In soldoni il Regolamento prevede che, per essere sottoposto a votazione, un emendamento deve passare al vaglio del Dirigente di Settore competente in materia che deve esprimere un parere. I Dirigenti inoltre esprimono un parere anche sul corpo ‘originale' della delibera (quello sul quale vanno ad incidere gli eventuali emendamenti). De Vecchis dichiara che durante la discussione in Consiglio il Dirigente non era presente. Inoltre, sempre secondo le parole del Consigliere, nella cartellina principale della delibera non era allegato alcun parere. Una situazione - se non irregolare - per lo meno formalmente anomala.

Il Consigliere evidenzia che non c'era alcuna fretta o urgenza di approvare il provvedimento e si poteva benissimo rinviare il punto al prossimo Consiglio Comunale. I Dirigenti avrebbero così avuto il tempo di esprimere i loro pareri, dando alla delibera tutti i crismi della regolarità, sia formale che sostanziale.

Il Consigliere trae le sue conclusioni con parole forti: "Siamo di fronte a comportamenti da gulag ed io non sono più disposto a vedere ulteriormente calpestati i miei diritti, si cambi strada o sarò costretto a rivolgermi al Prefetto".