L'emergenza cinghiali approda in Prefettura
Ancona | Nella mattinata del 12 novembre il presidente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnatti e il direttore Alberto Bertinelli hanno incontrato il Prefetto Giovanni D'Onofrio per discutere dei danni causati sulle strade e nei campi dagli animali selvatici.
(foto d'archivio)
L'emergenza cinghiali approda sul tavolo della Prefettura di Ancona. Ieri mattina
il presidente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnatti e il direttore Alberto
Bertinelli hanno incontrato il prefetto Giovanni D'Onofrio per discutere dei danni
causati sulle strade nei campi dagli animali selvatici. Una situazione ormai
esplosiva nelle campagne anconetane, dove i branchi di cinghiali si aggirano
indisturbati, devastando le colture e senza ormai essere neppure impauriti dalla
presenza dell'uomo. Al punto da andare dietro ai trattori per mangiare quanto appena seminato.
"Il prefetto ha dichiarato la propria disponibilità a coinvolgere le altre
istituzioni per trovare una soluzione al problema, anche in considerazione
dell'allarme sociale che ha scatenato nelle campagne e non solo, visto il numero di
incidenti stradali causati dai selvatici e i quattro milioni di euro di danni-
spiega il presidente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnati - La cosa assurda è che
l'agricoltura è oggi l'unica attività di impresa dove è possibile distruggere senza
garantire i giusti indennizzi".
Al prefetto la delegazione di Coldiretti Ancona ha portato le testimonianze dei tanti imprenditori agricoli della provincia, con particolare riferimento a Fabrianese, Jesino e zona del Conero, che hanno visto le colture completamente distrutte. "Il fatto è che i cinghiali colpiscono e si rifugiano all'interno delle aree protette dove proliferano indisturbati ma occorre capire che ciò rappresenta un rischio gravissimo non solo per le colture, ma anche per la sicurezza dei cittadini, oltre che dell'ambiente e dell'intero ecosistema - ha spiegato il direttore Alberto Bertinelli -. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate non c'è più la sicurezza di poter proseguire l'attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati".
Per Coldiretti Ancona servono soluzioni immediate, dai piani straordinari di controllo,
per garantire la selezione e il prelievo degli animali in soprannumero, anche nelle
aree protette, all'accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, coordinando
in maniera più efficace i diversi enti che sovrintendono alla gestione del
territorio. E serve mettere una volta per tutte in trasparenza un settore, quello
della carne ottenuta dall'abbattimento dei selvatici, che a volte alimenta
un'economia sommersa.
il presidente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnatti e il direttore Alberto
Bertinelli hanno incontrato il prefetto Giovanni D'Onofrio per discutere dei danni
causati sulle strade nei campi dagli animali selvatici. Una situazione ormai
esplosiva nelle campagne anconetane, dove i branchi di cinghiali si aggirano
indisturbati, devastando le colture e senza ormai essere neppure impauriti dalla
presenza dell'uomo. Al punto da andare dietro ai trattori per mangiare quanto appena seminato.
"Il prefetto ha dichiarato la propria disponibilità a coinvolgere le altre
istituzioni per trovare una soluzione al problema, anche in considerazione
dell'allarme sociale che ha scatenato nelle campagne e non solo, visto il numero di
incidenti stradali causati dai selvatici e i quattro milioni di euro di danni-
spiega il presidente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnati - La cosa assurda è che
l'agricoltura è oggi l'unica attività di impresa dove è possibile distruggere senza
garantire i giusti indennizzi".
Al prefetto la delegazione di Coldiretti Ancona ha portato le testimonianze dei tanti imprenditori agricoli della provincia, con particolare riferimento a Fabrianese, Jesino e zona del Conero, che hanno visto le colture completamente distrutte. "Il fatto è che i cinghiali colpiscono e si rifugiano all'interno delle aree protette dove proliferano indisturbati ma occorre capire che ciò rappresenta un rischio gravissimo non solo per le colture, ma anche per la sicurezza dei cittadini, oltre che dell'ambiente e dell'intero ecosistema - ha spiegato il direttore Alberto Bertinelli -. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate non c'è più la sicurezza di poter proseguire l'attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati".
Per Coldiretti Ancona servono soluzioni immediate, dai piani straordinari di controllo,
per garantire la selezione e il prelievo degli animali in soprannumero, anche nelle
aree protette, all'accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, coordinando
in maniera più efficace i diversi enti che sovrintendono alla gestione del
territorio. E serve mettere una volta per tutte in trasparenza un settore, quello
della carne ottenuta dall'abbattimento dei selvatici, che a volte alimenta
un'economia sommersa.
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13/11/2008
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