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Sbilanciamoci (storia di ordinaria amministrazione)

San Benedetto del Tronto | Nel nostro territorio abbiamo una classe dirigente sorda e lontana dal "bene pubblico" citato dalla Costituzione, che divide, frantuma polverizza il tessuto sociale.

di Antonio Savino

Una bella immagine di San Benedetto

Tutte le società si fondano sui "PATTI SOCIALI", (lo Stato, la legge, la moneta, le convenzioni, molti costumi sociali, la religione ecc.). Amministrare un comune, gli orientamenti amministrativi sono, in modo più o meno palese, conseguenze dei PATTI SOCIALI (con gli elettori, con le forze economiche o sociali ecc.) programmati o sopraggiunti.

Le amministrazioni di SBT in questo ultimo trentennio hanno perseguito con continuità e costanza, senza distinzione di colore politico, principalmente tre "patti" sociali (chiamarli "patti" alle volte è un bieco eufemismo, in quanto un patto presuppone un "accordo" tra pari, mentre spesso c'è stato un rapporto ancillare dell'amministrazione politica verso i blocchi sociali in questione). I tre patti sono:

1. Patto con la speculazione edilizia

2. Patto con l'economia turistico-ricettiva

3. Patto con l'apparato amministrativo

Il primo patto.

Il territorio è una risorsa privata, quindi tutto è in qualche modo edificabile. Senza controllo, senza remore paesaggistiche, senza analisi della sostenibilità, o del degrado urbano, senza controlli, senza prevenzione, senza legge, scavalcando e arrotondando anche i piani regolatori, i vincoli delle densità abitative ecc. C'era c'era sempre una sanatoria per legalizzare il tutto.

Il Comune aveva i suoi tornaconti, riceveva (e continua a ricevere) i proventi della "Bucalossi" e con questi ritorni di cassa amministrava con manica larga.

Questo modo di amministrare ha risvolti tra l'emergenza e il parossistico: abbiamo che:

*Si sono coperti (e si copriranno ancora) ogni fazzoletto verde residuo portandoci alla densità abitativa più alta d'Italia con conseguente decadimento della qualità della vita.

*A fronte di una popolazione stabile, con l'impennasi delle doppie case (più del 50% delle residenziali), si è completamente polverizzato e disperso la comunità, depauperando relazioni sociali, senso di appartenenza a una comunità, impoverito linguaggi, storie locali. Si è collassato il sistema relazionale e solidale, l'appartenenza all'identità del luogo.

*Si è distrutto il patrimonio urbano della archeologia residenziale (quartieri marinai, e ville liberty) e paesaggistico (lungomare e collina), le case rurali, si è costruito accanto a molti famosi cimeli storici, edifici residenziali moderni accanto a edifici storici, con totale noncuranza del patrimonio culturale, storico e paesaggistico.

*Si è sprecato risorse le economiche favorendo il "mattone", la rendita, complici banche e la parte dei gruppi finanziari locali, che avrebbero potuto essere dirottati verso i settori produttivi industriali innovativi, creando occupazione qualificata e stabile nel territorio.

*Si è speso somme considerevoli per dare una regola, una struttura, un'anima a SBT con il piano regolatore, ma dopo montagne di progetti di architetti e ingegneri, a tutt'oggi si è deciso di non mettere un tappo, di continuare con la de-regolazione, e lasciare libero flusso allo scempio urbano.

*Con un bilancio comunale strutturato sulla Bucalossi si scaricano sulle generazioni future le grasse spese attuali; ma quando ogni fazzoletto di verde sarà cementificato come si finanzierà il Comune, e che cosa lasceremo in eredità, una città completamente spremuta e cementificata, anonima e orrorifica?

Il secondo patto.

L'impresa ricettiva (turismo e commercio) come economia di riferimento del ceto politico.

*Si sono impiantate scuole come "l'alberghiero" dove non c'è un solo studente che abbia trovato occupazione nel settore nell'ambito del nostro territorio, i diplomati, se vogliono lavorare devono andare fuori regione.

*Si è bruciato un pozzo di quattrini pubblici per il Palazzo dei Congressi, doveva essere la spinta risolutiva, l'infrastruttura cardine per rilanciare il turismo annuale, ma ne è risultato una cattedrale nel deserto, tutto per l'inettitudine della classe imprenditoriale ricettiva, e della politica che gli ha dato retta. Chi paga questi errori?

*Si è investiti su un solo modello produttivo, favorendo la retroguardia imprenditoriale del territorio, quella incapace di rinnovarsi, incapace di fare impresa, di fare sistema, buona solamente a mungere il turista e l'ente pubblico.

*Si sono anche costruiti intorno dei carrozzoni mangiasoldi in primis il "Consorzio Turistico Riviera delle Palme", in cui si sono consumati milioni di euro dei bilanci comunali di tutto il circondario senza ricaduta turistica significativa se non per la confraternita.

*Sullo sfondo abbiamo una manodopera impiegata in questi settori (solo 80 unità ufficiali) che sono tra le meno pagate dei settori produttivi (il Piceno a sua volta ha una media dei salari più bassa delle di tutte le Marche e la meno qualificata delle Regione).

*Anche qui, la prospettiva che si prefigura per i nostri figli, se non sono commercianti o albergatori, è essere dipendenti di questa "industria", con un salario miserrimo, e a bassa qualificazione.

*Abbiamo cementificato le spiagge con chalet di dubbio gusto estetico, chiuso la vista al mare, abbrutito il famoso lungomare (per questo andrebbe declassato a "viale"), con quali ritorni economici per la città? Gli chalet denunciano meno tasse dei loro miseri dipendenti, e pagano con una risata il costo dell'occupazione di suolo, la famosa "concessione".

*Il privilegiare un centro "storico" come unico centro commerciale del lusso e della vetrina a scapito degli insediamenti abitativi ha come conseguenza:

-distruggere il sistema delle storiche case marinare e dei funai, la loro storia, il sistema di relazioni sociali esistenti;

-lievitare i prezzi degli alloggi del centro facendo scappare le giovani coppie;

-ingolfare il centro di automobili, e di inquinamento ambientale (suono, aria, luce).

-Cacciare i ceti più deboli dal centro per il "caro prezzo" della vita.

-Cancellare ogni spazio verde pubblico per le forti spinte edificatorie.

*Gli enti pubblici Regione, Provincia, Comuni e consorzi pubblici spendono un'enormità in agevolazioni, per la pubblicità, l'intrattenimento, infrastrutture, assistenza, rifacimento scogliere e sabbia. Siamo nell'ordine di qualche milione di euro l'anno! Con quali ricadute economiche? Negli alberghi e ristoranti non si mangiano prodotti marchigiani, non si mangia il pesce marchigiano, non si vendono i prodotti marchigiani, non si producono sinergie con il territorio e con la ricettività turistica dell'entroterra: sono soldi a perdere.

Il Terzo patto.

Il pubblico impiego come serbatoio di voti. La politica ha invaso il settore amministrativo decidendo le assunzioni dall'usciere al dirigente dentro una logica di spartizione politica. Si sono ingolfati gli uffici della pubblica amministrazione di raccomandati, non sempre di professionalità adeguata, passaggi di carriera automatici, con scarsissimi controlli, e bassa efficienza (la saggistica a proposito non manca). Se l'ente pubblico in questione è il Municipio e una cosa, ma quando questo meccanismo penetra e si diffonde in un ospedale è più grave.

Il rapporto entrate correnti/stipendi del Comune di SBT è nella media, peccato che gran parte delle attività sono esternalizzate (pulizia, giardinaggio, manutenzione strade e fogne e illuminazione ecc. ). Abbiamo pochi servizi, molti impiegati e dirigenti.

A lato delle amministrazioni municipali, c'è un un proliferare di enti, di partecipate, di consorzi ecc, la gran parte per aggirare le leggi sui bilanci e sulle assunzioni dei comuni. Molti sono inutili o potrebbero essere svolti da un impiegato del comune, ma servono solo a sistemare amici di cordata politica, ognuna con consiglieri, amministratori, revisori ecc.

Bilancio comunale poco sostenibile

Se la metafora ambientale la riportiamo sul bilancio comunale avremo altrettante emergenze e crisi di sostenibilità.

Le fonti del bilancio comunale le possiamo distinguere anche queste in "rinnovabili" e "non rinnovabili". Tra le prime ci possiamo mettere le tasse e le accise periodiche (ex ICI, TARSU,TOSAP, MULTE ecc, trasferimenti statali e regionali). Poi ci sono quelle "una-tantum", non rinnovabili, la TASSA SULLE AREE EDIFICABILI . Con le prime ci paghiamo le spese ordinarie, con le seconde, i nostri piccoli (piccoli di risorse intellettuali, con poca fantasia) amministratori comunali costruiscono le spese politiche"di programma".

Soldi che andrebbero spese per le infrastrutture, la politica dirotta le "fonti esauribili" della Bucalossi sulle spese "politiche" appunto!

*E' per questo motivo che SBT nonostante il boom edilizio, e la conseguente pioggia di soldi per le "infrastrutture", è rimasta l'unica città a non avere le fogne separare tra acque bianche e nere (come prescrive la legge) e quindi ad allagarsi ad ogni temporale, a non avere marciapiedi, aree verdi e servizi nei quartieri.

*Siamo in basso alla classifica del Sole 24 ore per le spese per l'istruzione, 58 € per abitante (con il massimo Firenze 231 € per abitante).

*Siamo in fondo alla classifica per le spese sulla cultura, 31€ per abitante (max Siena 149€ per abitante).

*C'è un protocollo di Kyoto approvato dal parlamento che prevede la un piano di contenimento energetico e di inquinamento, il famoso 20-20-20, ma nel Comune non c'è traccia.

In conclusione:

Abbiamo una classe dirigente sorda e lontana dal "bene pubblico" citato dalla Costituzione, che divide , frantuma polverizza il tessuto sociale, che scarica sulle nuove generazioni il "modello di sviluppo" e il "fare impresa" basato sull'erosione del territorio, l'inquinamento ambientale, dequalificazione del settore produttivo e professionale, e con salari sotto la media per favorire un ceto commerciale-ricettivo obsoleto e ottuso.

Sarebbero urgenti e necessari dei nuovi Patti Sociali:

1. Con i quartieri per allargare la partecipazione e la democrazia sociale e distributiva, verso una nuova trasformazione del rapporto fra cittadinanza e politica.

2. Con le nuove generazioni per prospettare loro un futuro migliore investendo in cultura e innovazione. Siamo in un orizzonte dove la ricchezza coincide sempre più con il sapere.

Il declino culturale corrisponde al declino dell'immaginario alla deriva morale e materiale.

3. Con i settori produttivi-industriali innovativi, con il discorso delle responsabilità sociale delle imprese (stake-holders e democrazia economica), e creare infrastrutture adeguate. La cooperazione come fattore di sviluppo dell'impresa privata e pubblica. Non essendo la nostra una crisi ciclica, si richiede un nuovo modo di affrontare il tema dello sviluppo, non si può riproporre in termini antichi, o comunque senza tener conto delle nuove dimensioni qualitative e spaziali dell'economia e della sua finalità.

4. Con l'ambiente per conservarlo e preservarlo per i nostri figli. La nuova alleanza tra società civile e natura serve a garantire opportunità di sviluppo anche alle prossime generazioni. Ma tale alleanza può essere sostenuta solo da cittadini liberi e responsabili, consci dei propri diritti individuali e disponibili ad assumersi doveri collettivi.

5. Con il territorio per ricostruire un tessuto produttivo a circuito locale ricco di sinergie reciproche e lo sviluppo della filera corta, chilometro zero ecc.

C'è una crisi economica epocale che ha aperto le fauci, è in "corso d'opera", e si scaricherà sulla parte debole della popolazione (i giovani in cerca di lavoro), pioverà sul bagnato e questo non farà che aggravare quanto scritto sopra.

Ho solo accennato a possibili soluzioni, senza la pretesa di avere verità in tasca, sono problemi aperti, da approfondire, da discutere da ragionare come collettività.

Un primo passo potrebbe essere costituire un FORUM aperto di discussione, perchè la crisi in cui stiamo sprofondando non riguarda questo o quel partito, ma tutta la comunità.

Ma il vero problema è a monte: c'è una classe politica, una classe dirigente, un ceto culturale che abbia qualche idea, che abbia coscienza di quale tegola sta per caderci addosso?

15/11/2008





        
  



4+5=

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