Da Pompeo Cecere operaio e RSU della Foodinvest Verde riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

Sin dall'inizio di questa vicenda ho letto parecchi articoli riguardanti la Foodinvest firmati dalle maestranze ma in realtà vi assicuro che la stregande maggioranza dei lavoratori non venivano informati (come e' buona norma) dei contenuti degli articoli ma li leggevano dalla stampa.

Erano in pochi che organizzavano il tutto ed erano sempre in pochi che avevano i rapporti con l'avvocato Alleva. Parecchie volte ho letto di attacchi a due organizzazioni sindacali la CISL e la UIL che a detta degli operai si erano estraniate dalla lotta per far ripartire lo storico stabilimento di Porto D'ascoli.

Le due sigle sindacali sono state le uniche che hanno voluto scindere sindacato da politica tanto e' vero che l'unico sindacato che si incontrava privatamente con le istituzioni era la CIGIL nonostante gia dal mese di Gennaio quando davanti ai cancelli venne il Ministro Bersani qualcuno gli aveva chiesto informazioni sull'imprenditore Pignoletti e costui ne parlò malissimo dell'imprenditore piacentino.

Soprattutto la CISL ha denunciato sin da subito con comunicato stampa che dietro l'operazione Pignoletti c'era una speculazione edilizia tanto e' vero che se si va a leggere il primo piano industriale di Pignoletti si "auspicava una cooperazione con comune e provincia" si parlava anche di trasformazione d'uso d'area. Purtroppo molte informazioni che anche io a livello personale avevo ricevuto sul conto di Pignoletti, mettendomi in contatto con la RSU della Berni.

Nel periodo di Maggio Giugno Luglio ed Agosto non le potevo riferire davanti ai cancelli della fabbrica perché venivo preso per un visionario parlando male del Dio sceso in terra. Ora siamo giunti alla fine ed invece di cercare di ricompattarsi la CGIL avvanta scuse di non essere invitata alle ultime assemblee tenute dalla CISL e dalla UIL.

Sento parlare di incentivi per chi non dovesse rientrare al lavoro ma ricordo a tutti che quella e' una fabbrica chiusa da 7 mesi e gia' e' un grosso problema per chiunque farla ripartire a meno che uno non voglia fare opere di beneficenza. In questo momento l'unico imprenditore serio che abbiamo e' Ciulla e ce lo dobbiamo tenere stretto perchè se dovesse abbandonare allora si che si chiuderebbe definitivamente il cancello della SURGELA così si potrà fare il "SURGELA VILLAGE" come credo qualcuno auspica da parecchio tempo.