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"Mi uccido": resta sospeso al terrazzo per un'ora

Porto Sant'Elpidio | Un 42enne di P.S.Elpidio agli arresti domiciliari minaccia di togliersi la vita e scavalca la ringhiera del balcone con un cappio al collo: massiccio dispiegamento di forze dell'ordine, poi viene riportato alla calma e rientra in casa.

di Pierpaolo Pierleoni

Al centro nella foto, al secondo piano un uomo è oltre la ringhiera del balcone e si volta verso l'interno dove familiari e forze dell'ordine cercano di calmarlo

Ha scavalcato la ringhiera ed è rimasto sospeso nel vuoto per quasi un'ora, con un cappio legato al collo, prima di desistere dai suoi propositi suicidi e rientrare nella sua abitazione. E' la storia di S.R., 42enne di Porto Sant'Elpidio, che stamattina intorno alle 11, dalla sua casa di Via 5 giornate, in zona Faleriense, ha commesso un gesto di disperazione.

Agli arresti domiciliari, con alcuni precedenti penali, ha deciso di mettere in atto un'azione eclatante. Minacciando di gettarsi nel vuoto, è rimasto a lungo sospeso, dimenandosi e gesticolando vistosamente, fino a mezzogiorno circa. Immediato e massiccio l'arrivo di mezzi di soccorso e forze di polizia. 

Sono sopraggiunti ambulanza ed automedica del 118, Carabinieri, tre pattuglie dei Vigili del fuoco, Polizia municipale. Tantissimi i residenti o i clienti di negozi e supermercati che si sono fermati a lungo, con la testa rivolta in alto, seguendo minuto per minuto l'evolversi della situazione. Molti, sin da subito, hanno avuto la sensazione che non ci fosse la reale intenzione di compiere un atto estremo. Ma i movimenti frenetici dell'uomo, sospeso nel vuoto ed agganciato solo con una mano alla ringhiera, facevano temere che potesse accadere un drammatico imprevisto.

Sono sopraggiunti anche l'avvocato Stefano Chiodini, che da anni segue a livello legale S.R. Presente anche una psichiatra dell'Asur, il sindaco Mario Andrenacci ed il vicesindaco Elio Natali. Alla fine, convinto dalle parole del suo avvocato, della sorella che abita con lui, del primo cittadino e delle forze dell'ordine, il 42enne è tornato indietro ed è rientrato.

"Quei pochi minuti in cui ho parlato con lui - commenta l'avvocato Stefano Chiodini - mi sono sembrati eterni. Ringrazio i Carabinieri ed il sindaco Andrenacci per la grande umanità mostrata in quei momenti drammatici. Il mio assistito ha commesso molti errori, ma ha sempre pagato senza sottrarsi. Quando lavorava in Germania, alcuni anni fa, tornò per correre al capezzale della madre malata, poi mi chiamò e si fece accompagnare in carcere. Ora era agli arresti domiciliari, una condizione molto più difficile di quanto si pensi. Aveva provato a cercare lavoro, ma si era sentito rifiutato ed è arrivato a questo gesto di disperazione che fortunatamente non ha portato a termine".

23/12/2008





        
  



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