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Dimensionamenso scolastico: si apre il tavolo interistituzionale

Ancona | Sostanziale conferma dei Piani provinciali sul dimensionamento scolastico. E’ questa in sintesi la proposta presentata dall’assessore regionale Stefania Benatti ai componenti del Tavolo interistituzionale riunitisi venerdi 16 gennaio in regione.

Una classe durante le lezioni (Foto d'archivio)

Sospensione di alcune situazioni a rischio di accorpamento e sostanziale conferma dei Piani provinciali sul dimensionamento scolastico. E' questa in estrema sintesi la proposta presentata oggi dall'assessore regionale all'Istruzione-Formazione- Enti locali, Stefania Benatti ai componenti del Tavolo interistituzionale, che si è tenuto in Regione per fare il punto della situazione e concertare alcune scelte.

Erano presenti, oltre al presidente della I Commissione consiliare, Adriana Mollaroli e i componenti consiglieri Franca Romagnoli e Francesco Massi, anche gli assessori provinciali all'Istruzione di Pesaro-Urbino, Renzo Savelli, di Ascoli Piceno, Olimpia Gobbi, di Macerata, Clara Maccari e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e Snals.

L'assessore Benatti, alla sua prima uscita istituzionale in una riunione di carattere operativo, ha ricevuto gli auguri di buon lavoro da tutti i componenti ed in premessa ha sottolineato che il suo obiettivo immediato è quello "di far perdere meno tempo possibile al sistema regionale in questo periodo di ‘collaudo' nelle deleghe ricevute, compito facilitato dal buon lavoro impostato dal mio predecessore." "La proposta di dimensionamento scolastico presentata dall'assessore Ascoli - ha detto- doveva tenere conto delle forti restrizioni imposte dal governo, usando un metro uguale per tutti i territori , scremando sulle indicazioni per i Comuni montani ( sotto i 300 alunni) e quelli non montani (sotto i 500) . Oggi, tenendo conto del dibattito scaturito in questi ultimi giorni, riteniamo di presentare una proposta che riassume la volontà condivisa dei territori, senza snaturare la precedente. In pratica, proponiamo di ricalcare i Piani provinciali e sospendere nel giudizio alcuni casi, rimandando la decisione alla definizione di tutto il sistema di riorganizzazione dei plessi e degli organici. Del resto la nostra regione è tra le più virtuose in termini di alunni (700 la media regionale a fronte della previsione normativa di 500) e in termini di organici, quindi possiamo permetterci di aspettare che vi sia una maggiore certezza normativa e regolamentare. Il Governo dovrà tenere conto che il sistema scolastico marchigiano non è lontano dal dimensionamento ottimale."

Un nodo critico riguardava l'obbligo di legge di non aumentare le dirigenze e l'invito anzi a diminuirne almeno 4 in tre anni. "Le Province e gli enti locali hanno dimostrato un grande senso di responsabilità - ha rimarcato Benatti - ed è per questo che abbiamo potuto studiare una proposta che consente di avere un saldo "zero", contemperando cioè le esigenze di accorpamento con le nuove dirigenze previste con l'istituzione dei cinque Centri per l'Educazione degli Adulti (uno per provincia)."

La proposta è stata condivisa da tutti i componenti del tavolo. Il consigliere Mollaroli l'ha definita "una proposta equilibrata e sostenibile, che tiene conto anche dei difficili scenari futuri". Per l'assessore Gobbi (AP) è una fase di transizione di cui si dovrà tenere conto a livello nazionale, sia perchè nel prossimo anno tutte le competenze passeranno alla Regione, sia per il territorio ascolano e fermano in vista della nuova provincia. L'assessore Maccari (MC) ha evidenziato il buon lavoro svolto nel territorio anche da parte dei Comuni che hanno dimostrato consapevolezza dei problemi. Savelli (Prov. PU), in una generale disamina delle situazioni delle scuole nel pesarese, si è espresso favorevolmente sulla sospensione dei casi che interessano il territorio provinciale. Dai Sindacati un generale parere positivo sulla proposta dell'assessore Benatti, ma anche un invito alle Province a lavorare tutto l'anno costantemente su questi problemi. Sottolineata dalle organizzazioni sindacali anche la necessità di avere tempi più ampi per una razionalizzazione condivisa e definire il dimensionamento ottimale.

16/01/2009





        
  



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