Lunedì 23 febbraio, dopo un'infinita attesa, sarà il giorno della verita sul futuro dell'ex cinema moderno Beniamino Gigli. La struttura di Piazza Garibaldi, oggetto di una battaglia che ha diviso Porto Sant'Elpidio tra chi ne vuole la demolizione e chi ne chiede il recupero, arriverà all'atto decisivo.

Si terrà infatti a Roma la riunione del comitato tecnico scientifico del Ministero per i beni culturali, chiamato a dire l'ultima parola sulla richiesta di vincolo da apporre alla struttura per vietarne la distruzione. Nella capitale sono stati convocati tutti i protagonisti della vicenda. Il sindaco Mario Andrenacci per il comune di Porto Sant'Elpidio, che da anni tenta di portare avanti il progetto dell'amministrazione per la nuova Piazza Garibaldi, che prevede anche la demolizione dell'ex cinema; Angela Serafini, protagonista del movimento civico che si è opposto alla demolizione raccogliendo oltre 2.700 firme; Legambiente, che si è schierata con i movimenti per la salvaguardia della struttura, infine la Soprintendenza dei beni culturali delle Marche, che già in due occasioni ha dato il via libera al Comune, ritenendo ormai irreversibile il degrado del cinema.

Lunedì prossimo si sentiranno per l'ultima volta i protagonisti della vicenda, poi il comitato si esprimerà. Forse non si avrà un verdetto in giornata, ma nel giro di un paio di giorni si saprà la conclusione di una vicenda intricata che si protrae ormai da anni. 

Comunque sia, gli ostacoli da superare per Piazza Garibaldi non si limitano all'ex cinema. Rimangono infatti da chiarire alcuni accordi con i 5 privati proprietari di immobili in piazza che dovrebbero essere demoliti. In sostanza una permuta con l'ente pubblico, che rileva gli immobili da buttar giù scambiandoli con quelli che saranno costruiti in futuro. Gli accordi, formulati nel 2003, avevano scadenza quinquennale, ciò che significa che vanno rivisti e prorogati visti i tempi molto più lunghi rispetto a quanto preventivato all'epoca. Con alcuni privati non ci sono stati problemi, altri due, invece, avrebbero chiesto di rinegoziare le condizioni, sulle quali non si sarebbe ancora raggiunta un'intesa. Per il comune c'è sempre l'arma, a mali estremi, dell'esproprio, ma è uno strumento che si preferirebbe evitare e potrebbe portare a contenziosi.

Infine, è già caerto che il comitato e le associazioni per la difesa ed il recupero del cinema Gigli, anche se usciranno sconfitti dalla riunione romana, non si daranno per vinti. Se dal comitato tecnico arriverà l'ok alla demolizione, si tenterà la strada del ricorso al Tar, con richiesta di sospensiva, per evitare l'arrivo delle ruspe in piazza. Insomma, quella di lunedì sarà una tappa cruciale per il futuro di Piazza Garibaldi, ma non l'ultima.