Piccole e medie imprese 'Cenerentole' del decreto anticrisi
Fermo | Renzo Franchellucci di Confindustria Fermo critico nei confronti del 'decreto anticrisi' varato a fine gennaio dal Governo: "Le Marche hanno fatto la loro parte, ora il Governo nazionale dia un segnale positivo a chi lavora e paga le tasse".
Il logo di Confindustria
Dal presidente della sezione Grafici e Cartotecnici di Confindustria Fermo, Renzo Franchellucci, riceviamo e pubblichiamo quanto segue:
Esprimo la mia indignazione di imprenditore perché le piccole e medie imprese, che sono senza dubbio la struttura portante ed insostituibile dell’economia italiana, rischiano di uscire da ‘cenerentole’ dal decreto anticrisi, a vantaggio invece dei ‘soliti gruppi industriali’ che quando guadagnano dividono gli utili tra gli azionisti e, quando perdono, presentano il conto a tutti noi.
Ritengo sia un errore riproporre gli incentivi per la rottamazione perché contribuiscono ad aumentare l’indebitamento delle famiglie e perché si sperperano i soldi dei contribuenti italiani per la vendita di automobili ed elettrodomestici anche stranieri o di marchio italiano ma prodotti prevalentemente all’estero ed assemblati in Italia.
Non sono un pessimista ma un ottimista ben informato quando affermo che il quadro economico odierno è molto grave ma se non saremo abbandonati al nostro destino e prevarrà l’intelligenza e l’onestà di fare sistema, ne usciremo più fortificati che mai.
E’ sempre più alta la probabilità che i fatturati crollino ed il rischio insolvenza è sempre maggiore. I piccoli imprenditori oggi sono equilibristi sul filo e sotto di loro nessuna rete di protezione; chi cade è finito per sempre e lascia sul campo una dolorosa scia di disoccupati e di aziende in difficoltà, cioè quei fornitori che non saranno pagati e neppure rimborsati per l’Iva versata in anticipo e mai riscossa. Si, perché nonostante i proclami, ancora oggi, le aziende sono obbligate ad anticipare ed assumersi il rischio per l’imposta che riscuoteranno (se verrà incassata) per conto dello Stato.
Inoltre, avendo iniziato a piovere e volgendo le previsioni al peggio, le banche e gli istituti che assicurano il credito, si stanno affrettando a riprendersi gli ‘ombrelli’ che avevano concesso quando il tempo era sereno. Il Governo predisponga allora un adeguato fondo e si faccia garante per le piccole e medie imprese affinché le banche non riducano i fidi e siano pronte a finanziare o rinegoziare le aziende che sono entrate in uno stato di sofferenza a causa di mancate riscossioni o perché il crollo dei fatturati ha fatto saltare i piani industriali ed ogni previsione di ammortamento finanziario degli investimenti fatti per innovare e competere.
La Regione Marche ha fatto la sua parte ed ora spetta al Governo nazionale dare un segnale positivo a chi lavora e paga le tasse.
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23/02/2009
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