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Esondazione del Tronto, la Cassazione condanna il tecnico del Ministero

San Benedetto del Tronto | Dopo un tortuoso iter processuale durato 17 anni arriva la condanna penale definitiva dell'ingegnere del Ministero delle Infrastrutture che nel '78 riprogettò gli argini del fiume. Ora la strada per i risarcimenti economici in sede civile è in discesa.

di Redazione

(da sinistra) Voltattorni, Gaspari, Alessandrini

Disastro colposo. La Corte di Cassazione conferma il giudizio penale della Corte d'Appello di Perugia e condanna l'Ing. Vincenzo Mattiolo, dirigente del Ministero delle Infrastrutture, che nel 1978 realizzò il progetto che ridisegnava gli argini del Fiume Tronto. L'alluvione del '92 che causò gravissimi danni in tutta la zona di Porto d'Ascoli è - secondo i supremi giudici di Cassazione - da ascrivere al lavoro dell'Ing. Mattiolo.

La sentenza della Suprema Corte è arrivata nella serata di mercoledì 25 febbraio. Nella mattinata di giovedì 26 l'annuncio ufficiale nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il Sindaco Giovanni Gaspari, l'avvocato del Comune Francesco Voltattorni e Roberta Alessandrini, legale di circa 30 aziende coinvolte nell'alluvione.

L'iter processuale particolarmente lungo e tortuoso - che ha visto il Comune di San Benedetto costituisti come parte civile - è ricostruito qui di seguito nei suoi punti salienti:

1) Gennaio 2000 - il Gup del Tribunale di Ascoli rinvia a giudizio l'Ing. Mattiolo con l'accusa di disastro colposo;

2) 14 luglio 2003, il Tribunale di San Benedetto, nella persona del Dott. Luigi Riganti, dichiara l'Ing. Mattiolo colpevole e lo condanna a 2 anni e 3 mesi di reclusione ed al risarcimento dei danni subiti dalle parti costituite;

3) 22 febbraio 2006, la Corte d'Appello di Ancona ribalta la sentenza di primo grado ed assolve Vincenzo Mattiolo, ritenendolo estraneo ai fatti;

4) La Procura Generale (nella persona del Dr. Tragnone) e le parti civili fanno ricorso in Cassazione contro la sentenza dei giudici anconetani;

5) 06 marzio 2007, la Corte di Cassazione annulla la sentenza della Corte d'Appello di Ancona e rinvia per un nuovo giudizio di appello davanti alla Corte d'Appello di Perugia;

6) 11 febbraio 2008, dopo un ulteriore attività istruttoria (comprese delle nuove audizioni dei periti ingegneri idraulici) la Corte d'Appello di Perugia conferma parzialmente la sentenza di primo grado del Tribunale di San Benedetto, confermando la condanna dell'Ing. Mattiolo al risarcimento dei danni, dichiarando comunque l'avvenuta prescrizione del reato;

7) Vincenzo Mattioli impugna la condanna in Cassazione

8) 25 febbraio 2009, la Corte di Cassazione rigetta il ricorso, confermando la sentenza della Corte d'Appello di Perugia.

«Questa è la storia di aziende piccole, medie e grandi, di privati cittadini e liberi professionisti, della parrocchia Cristo Re, dell'istituto di suore Divino Amore - commenta l'avvocato Alessandrini - sparuti ma convinti a volere prima di tutto giustizia (prima ancora del denaro) per un evento che tutti hanno subito e non tutti hanno potuto risolvere (alcune delle aziende non esistono più, tutte quello che hanno continuato lo hanno fatto tra mille difficoltà)».

«Le persone che ho rappresentato - prosegue la legale - hanno ancora sotto le unghie l'alluvione, hanno pianto e riso in questi anni, urlato e gridato giustizia o ingiustizia. Sono andate avanti sempre ed ora proseguiranno per ottenere risarcimento del danno».

In cauda venenum: «Devo infine elogiare l'Amministrazione Comunale - conclude la Alessandrini - che ha proseguito fino alla fine restando accanto ai cittadini, al contrario di quanto posto in essere da varie associazioni ambientaliste, scomparse alla prima difficoltà».

26/02/2009





        
  



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