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‘Thyssenkrupp Blues’, lezioni di vita al teatro Energie

Grottammare | E’ stato presentato questa mattina presso il Teatro delle Energie il documentario ‘ThyssenKrupp Blues’ alla presenza di uno dei due interpreti Carlo Marrapodi, giovane calabrese scampato al disastro costato la vita a 7 operai. Molte scolaresche assenti.

di Stefania Serino

Da sx Carlo Marrapodi e Massimo Consorti

Lezioni di vita al teatro delle Energie dove giovedi 26 febbraio alle ore 10,00 è stato presentato il primo documentario della rassegna organizzata dall'accademia internazionale del documentario Libero Bizzarri intitolato ThyssenKrupp Blues, per la regia di Pietro Balla e Monica Ripetto interpretato da Carlo Marrapodi e Melita Giambrone, direttori artisici Massimo Consorti e Fabrizio Pesiri.

Peccato che il documentario sia stato proiettato in una sala spoglia di presenze, le attese scuole del territorio per motivi ignoti, hanno partecipato in poche alla proiezione ma soprattutto alla possibilità di incontrare e discutere con Carlo Marrapodi, giovane calabrese scampato al disastro della Thyssen Krupp avvenuto nel dicembre 2007 dove 7 operai persero la vita a causa di un guasto alla linea 5.

Duro il monito lanciato dalla presidente dell'Accademia Internazionale del Documentario Libero Bizzarri Maria Pia Silla alla vista di due sole partecipazioni scolastiche alla proiezione di "ThyssenKrupp Blues. Oltre all'Istituto Tecnico commerciale A. Capriotti di San Benedetto e all'Istituto professionale di Cupra Marittima, nessun' altra scuola ha partecipato a questo appuntamento con grande rammarico da parte della Presidente Silla: "sono indignata del vuoto che c'è oggi in questo teatro, anch'esso aula formativa essenziale per gli studenti di oggi che non dovrebbero essere segregati nelle scuole tra i libri ma lasciati liberi di vivere un'esperienza come questa poiché anch'essa profondamente formativa. MI meraviglio che l'istituto tecnico per geometri a pochi passi da qui non abbia partecipato. Mi chiedo come mai i Dirigenti mostrino questa scarsa partecipazione, forse preoccupati di dover giustificare allo Stato ogni singolo spostamento delle scolaresche".

Un'esperienza formativa? Senza dubbio toccante. 13 ore di viaggio non hanno di certo scalfito il bisogno di raccontare la cronaca di una morte definita più volte una morte "annunciata" da Carlo Marrapodi, scampato al disastro per una pura casualità.

Anni e anni di precariato e di stenti ma soprattutto di paura legata alla mancanza di sicurezza sul lavoro. Questa in estrema sintesi la denuncia di Marrapodi che dopo la proiezione del film si è sottoposto alle domande di tutti i presenti nonché al tragico ricordo di quel giorno maledetto.

"I ragazzi morti erano tutti più giovani di me, la chiamavano la fabbrica dei ragazzini - racconta Carlo - e pensare che oggi dopo 10 anni di lavoro a Torino sono tornato nella mia Calabria senza nulla a parte una vecchia auto che mi è stata addirittura bruciata, perché, si sà in Italia se parli troppo, rischi questo ed altro".

Una cronaca difficile da ascoltare, ma che Carlo ha voluto gridare a voce alta: "non voglio morire per 1.100,00 euro al mese!", lasciando tutti in silenzio, un silenzio che avrà spinto i giovani studenti presenti a riflettere.

La notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 nella linea 5 le fiamme travolgono i sette operai di turno bruciandoli vivi: "mi raccontarono - ricorda Carlo - di uomini, anzi ragazzi, dapprima resi cechi dalle fiamme che urtavano gli uni contro gli altri nel cuore del rogo, poiché non riuscivano a trovare la via di fuga, ragazzi ridotti a brandelli".
Carlo si salva perché quel giorno aveva fatto il turno pomeridiano.
Successivamente la fabbrica chiude definitivamente e Carlo, torna in Calabria.
La Calabria, negli incontri e nella natura si fa terra mitica in cui un uomo fatto a pezzi dalla rabbia, dal dolore e dall'infernale circolo mediatico tenta di ritrovare se stesso.

26/02/2009





        
  



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