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Sventata maxi truffa ai danni dello Stato

Teramo | Le Fiamme Gialle scoprono una maxi truffa ai danni dello Stato: sequestrati conti correnti, immobili, terreni e titoli per oltre mezzo milione di euro. Il disegno criminoso consisteva nell’indurre in errore l’Erario. Nei guai un imprenditore palestrato.

di Nicola Facciolini

Denaro truffa

Brillante operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Teramo. Gli uomini della caserma "Costantini" hanno scoperto una truffa milionaria ai danni delle casse dello Stato, realizzata, secondo l'accusa, da un imprenditore della nostra "contea".

Le articolate indagini di natura fiscale, messe in campo dagli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria, in collaborazione con i colleghi dell'Aliquota Guardia di Finanza della Sezione di Polizia Giudiziaria presso il Tribunale di Teramo, hanno consentito di scoprire la truffa perpetrata dal titolare di una nota palestra. L'uomo, unitamente a persone a lui vicine, avvalendosi dell'interposizione fittizia di altri soggetti nella gestione della società qualificata come "ONLUS", avrebbe frodato il fisco abbattendo sistematicamente l'imposizione fiscale e usufruendo di agevolazioni in ogni settore, altrimenti inaccessibili, ivi comprese quelle previdenziali ed assistenziali previste dalla Legge.

L'artefice avrebbe fatto risultare alle Onlus l'esercizio di attività sportive dilettantistiche non aventi finalità di lucro. Mentre, secondo l'accusa, in realtà l'associazione, oltre a non perseguire attraverso l'opera di una pluralità di soggetti, scopi comuni (non lucrativi), sarebbe stata dedita "esclusivamente" all'esercizio di una mera attività imprenditoriale velata in modo fraudolento e preordinato da una organizzazione gestionale solo apparentemente di tipo associativo. Il sofisticato modus operandi, per quanto ben congegnato, è stato smascherato dalle Fiamme Gialle di Teramo.

Gli accertamenti svolti dai finanzieri aprutini avrebbero evidenziato un'artificiosa creazione di più associazioni dilettantistiche con scopi non lucrativi, giuridicamente autonome ma intimamente collegate fra loro sul piano organizzativo, che in realtà costituivano un vero e proprio complesso sportivo, diretto e coordinato dall'unico titolare. Il quale, mediante raggiri e artifizi, avrebbe realizzato l'unico disegno criminoso consistente nell'indurre in errore l'Erario. Sarebbe stata riscontrata la totale assenza dei clienti/soci alla "vita sociale" del Club, ai quali non veniva mai consegnato o comunicato l'invito a partecipare alle assemblee annuali. Il tutto in palese contrasto con quanto previsto dallo Statuto degli enti no profit.

L'associazione "sportiva", supportata tra l'altro da un impianto contabile idoneo allo scopo, secondo i finanzieri "corretto nella parte numeraria ma completamente falso nella forma e nella sostanza", in un anno avrebbe annoverato tra i suoi "associati" oltre 5 mila clienti. Che forse non sapevano che per la truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, è prevista dalla normativa nazionale un particolare regime. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Teramo, condividendo pienamente le ipotesi investigative prospettate dalla locale Procura della Repubblica, ha così ordinato il sequestro di conti correnti, fabbricati e quote di società fino ad un ammontare che coprisse gran parte del profitto indebitamente intascato dall'imprenditore.

L'istituto giuridico applicato è quello del cosiddetto "sequestro per equivalente" e permette alla Giustizia di porre sotto sequestro i beni dell'indagato anche se tali beni non costituiscono direttamente il profitto del reato. La particolare previsione normativa permette di congelare i beni dell'indagato ed evitare che gli stessi possano essere ceduti in danno del futuro risarcimento dell'erario. Sono ancora in corso ulteriori indagini della Guardia di Finanza per l'esatta individuazione delle responsabilità e delle somme indebitamente trattenute dagli indagati.

26/02/2009





        
  



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