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San Biagio è con i funai

Teramo | Festa di San Biagio, tra sacro e profano. La “Festa dei funai”, una tradizione da riscoprire. Sia di esempio quanto organizzato dall’Amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto.

di Nicola Facciolini

Un funaio in una foto d'epoca

"Per San Biagio, il Mitrato, il freddo è andato", recita un antico proverbio. Il 3 febbraio è giorno della Festa di San Biagio, facoltativa nel martirologio cristiano, ma molto radicata anche nella tradizione popolare abruzzese con feste di paese molto suggestive. San Biagio è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.

Era medico e venne nominato vescovo della sua città. Si narra che il Santo avesse miracolosamente salvato un bambino che stava per morire, soffocato da una lisca di pesce. A causa della sua fede venne imprigionato e torturato, ma rifiutò di rinnegare la fede cristiana e per questo fu decapitato. Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana.

"Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è spiegato dagli storici - come leggiamo su Avvenire - con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale Costantino e l'orientale Licinio". Nell'VIII Secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana - in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti - e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell'atto risale il rito della "benedizione della gola", compiuto da S. Biagio con due candele incrociate: nella Santa Messa del 3 febbraio la possiamo ottenere dal sacerdote che in mattinata ha precedentemente officiato la benedizione dei pani da consumare in giornata.

Nelle feste profane di paese viene anche riscoperta la "Festa dei funai", un'antica tradizione, in onore di tutti coloro che hanno svolto questa professione tipica della comunità e dello stesso aspetto urbano di Teramo, fino a pochi decenni fa, in particolare in Corso Porta Romana (Quartiere di Santo Spirito). Sarebbe il caso (anche come Pro Loco Città di Teramo) di produrre dei documentari sui funai teramani, con la promozione di specifiche iniziative culturali per la cittadinanza, coinvolgendo gli alunni della scuola primaria, con recite, letture di poesia, incontri e riflessioni sulla figura del Santo.

Sia di esempio quanto organizzato dall'Amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto. Vengono premiati ogni anno (quest'anno per la terza volta) i funai che dalla precedente edizione ad oggi si sono "segnalati" come funai all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune (a Teramo inesistente!), con la ricostruzione del sentiero del funaio nello spazio antistante il Comune e relativa prova di filatura, per gli alunni. Nel pomeriggio, una Santa Messa viene celebrata in onore dei funai e delle retare, nella cattedrale della Madonna della Marina.

03/02/2009





        
  



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