"Il presidente del Senato Schifani e la vice ministro Brambilla non hanno stilato alcuna mappa di nuove aperture di case da gioco e l'elenco dei Comuni quali possibili sedi, riportato nelle cronache di alcuni quotidiani nazionali e locali, sono solo delle mere ipotesi giornalistiche provenienti da reminiscenza "storiche" che certamente né Schifani, né la Brambilla potevano fare in mancanza di una legge specifica".

La precisazione è del dott. Giorgio Fiori, vice presidente Nazionale Anit (l'Associazione per l'incremento turistico di cui fa parte anche San Benedetto) che con vigore ripuntualizza come "San Benedetto sia sempre in pole position (e dal 1998 quando è entrata nell' ANIT ) come possibile sede di casinò per il Centro Italia anche se, come c'era da aspettarselo, ora che la normativa autorizzatoria di nuove Case da Gioco si da per imminente, tutti i Comuni turistici (vedasi l'Emilia Romagna) vorrebbero un loro tavolo verde".

"Le parole del Presidente del Senato - aggiunge Fiori - circa l'opportunità di aprire nuove case da gioco nelle località oggi sprovviste di tali strutture, costituiscono comunque motivo di soddisfazione personale e per l' ANIT e premia il quarantennale impegno di quest'ultima nella difficile battaglia di far approvare dal Parlamento una legge organica sul gioco, la cui esigenza è stata peraltro sottolineata per ben due volte dalla Corte Costituzionale nelle sentenze n. 152 del 6 maggio 1985 e n. 291 del 22 maggio 2001".

"L'Anit pertanto, rilevando l'importanza del mutato atteggiamento - così autorevolmente espresso - del Parlamento e delle istituzioni su questa delicata tematica, ha già sottoposto all'attenzione del legislatore alcuni aspetti importanti per la corretta formulazione di una normativa in materia di nuovi casinò, capace di inquadrare le varie esigenze e problematiche in uno scenario complessivo e con criteri non estemporanei. In particolare si è evidenziato che l'esperienza delle attuali quattro case da gioco, maturata in settant'anni di monopolio, non può costituire il solo parametro di riferimento, attesa l'evidente difficoltà del sistema di gestione pubblica a competere nel moderno mercato, caratterizzato da una continua e costante innovazione tecnologica, oltre che dalla diversificazione dell'utenza, ed a integrare l'attività di gioco con la valorizzazione del territorio e dell'indotto turistico.

Quest'ultimo obiettivo, in particolare, non appare perseguibile con l'apertura di tavoli verdi negli hotel di lusso, come ipotizzato dall'on. Michela Vittoria Brambilla". "Si ritiene dunque - conclude Fiori - che alla base della nuova regolamentazione debbano essere posti principi ispirati non solo al controllo e alla tutela del consumatore, ma anche alla produzione di benefici effettivi per tutta la filiera dell'industria turistica che servono anche a San Benedetto".