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Il coraggio di Azcona, un vescovo condannato a morte per voler fare del bene

San Benedetto del Tronto | Nonostante le continue minacce di morte dai narcotrafficanti per la sua ferma difesa dei diritti dell’infanzia brasiliana, Mons. Azcona non si ferma e il comune sambenedettese è con lui.

di Francesca Poli

Mons.Josè Luis Azcona e il sindaco Giovanni Gaspari

Dopo più di dieci anni di assenza, l'ultimo incontro è stato nel 1997, è tornato a trovare l'Associazione missionaria "Croce del sud" e il suo presidente Don Francesco Ciabattoni, Mons. Josè Luis Azcona, Vescovo della Prelazia di Marajò.

Grande emozione questa mattina in Comune dove il vescovo è stato accolto calorosamente dal sindaco e dall'amministrazione comunale. Quello di questa mattina è stato solo uno dei molteplici incontri in programma per mons. Azcona, arrivato in città il 28 febbraio e pronto a ripartire per Parà (stato del Brasile situato nell'area nord-orientale del paese - ndr) il 4 marzo.

Incredibile la sua testimonianza, quasi surreale. Abituati a vivere in una civiltà sviluppata in cui se si mangia troppo (il più delle volte) si deve andare a fare jogging sul lungomare, le parole di Azcona sulle condizioni di vita del paese sud americano sono un colpo allo stomaco.

"Ricordo le parole del Presidente Lula il primo giorno che si insediò nel governo Brasiliano - spiega il sindaco Giovanni Gaspari - disse che il suo obiettivo principale sarebbe stato quello di garantire almeno tre pasti al giorno ai suoi cittadini...per noi sono parole che forse non possiamo capire, non riusciamo a causa della nostra abbondanza. Ma la realtà di alcuni paesi è ben diversa e non possiamo non considerarla".

"Lo Stato di Parà da sempre non è mai stata una grande potenza economica. Con la globalizzazione, gli effetti sono divenuti ancora più pesanti ed ora viene considerato come lo Stato più sottosviluppato di tutto il Brasile: circa il 90% della popolazione è al di sotto della linea di povertà. Pensate che il 35% della popolazione è analfabeta e ha prospettive pari a 0 per il suo futuro" spiega Azcona.

Prospettive che si ripercuotono inesorabilmente sullo stato di vita dei suoi abitanti e in modo particolare sui bambini e i giovani: nello stato di Parà è registrato il tasso più alto di morti violente e la più alta percentuale di suicidi tra i giovani in tutto il paese - continua Azcona - senza parlare dello sfruttamento sessuale e del più alto giro di vite e traffico di organi che avviene grazie all'immenso flusso navale dato dalla presenza del Rio delle Amazzoni. Pensate che i minorenni, alla vista delle navi di passaggio, si tuffano in acqua per raggiungerle e prostituirsi in cambio di 3 Kg di carne o 5 litri di benzina".

Per sopperire a questa situazione, molto è stato fatto dal vescovo, lotte, investigazioni, testimonianze ai processi, senza dimenticare che, insieme ad altri vescovi della zona, Azcona ha elaborato un testo di oltre 300 pagine per far progredire lo Stato, ma tutto questo ha fatto sì che i padroni del narcotraffico si infuriassero a tal punto con i firmatari del trattato, da mettere una taglia sulle loro teste (il 9 dicembre 2007, il nome di Mons. Azcona apparve nel quotidiano nazionale "O Globo" insieme ad altre 15 persone come "marcados para morir" (segnalati per morire).

Per questo motivo il comune sambanedettese si sta adoperando con le piccole comunità di Parà per elaborare un progetto per un sostegno alternativo in grado di offrire opportunità lavorative, economiche e cibo. "Noi ci stiamo impegnando per garantire un sostentamento che provenga dalla pesca, il settore che noi meglio conosciamo, coinvolgendo le nostre industrie e i cantieri navali in modo da dare a questo popolo la possibilità di crescere" afferma il sindaco Gaspari.

Importanti sono anche le adozioni a distanza, un impegno costante che da anni l'associazione "Croce del sud" sta portando avanti. E' possibile chiedere informazioni presso la sede dell'associazione in Via Madonna della Pietà 111 a San Benedetto o telefonando al numero 0735/594281 oppure visitare il sito www.crocedelsud.it.

"Continuo e continuerò a lottare - spiega il Vescovo - In molti mi hanno chiesto se ho paura della morte, in realtà è un pensiero che mi accompagna costantemente, non è qualcosa che mi angoscia ma mi da pace. Il 14 aprile 2008, 430 vescovi della conferenza episcopale brasiliana, hanno espresso pubblicamente la loro solidarietà, dichiarando di essere dalla nostra parte e che essere perseguitati e morire per il Vangelo è segno di beatitudine: è con questa certezza che io vivo tranquillo.

Quando esiste la grande speranza che Gesù Cristo è la vita eterna, non si deve aver timore di morire per la giustizia e per il bene del Paese. Nelle mie oltre 500 comunità sparse per Marajò, tutti sono preoccupati che io possa perdere la vita da un momento all'altro, ma continuano a pregare per me. Non ho la presunzione di essere un giorno ricordato come un super-uomo, ma un semplice Cristiano che ha cercato di fare del bene alla sua comunità".

02/03/2009





        
  



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Il vescovo Mons. Josè Luis Azcona

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