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Piano Spiaggia, le ragioni del 'sì'

San Benedetto del Tronto | Il capogruppo del PD Claudio Benigni fa il punto sull'importante documento, recentemente approvato dal Consiglio Comunale: "Questo Piano è un'opportunità. Se qualcuno ha da obiettare non lo faccia a mezzo stampa per cercare visibilità personale".

Claudio Benigni

Da Claudio Benigni capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio comunale di San Benedetto del Tronto riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

Perché una nuova variante al Piano di spiaggia? È presto detto: sui 114 stabilimenti balneari presenti a San Benedetto, nessuno dei primi 16, cioè quelli storici, e nessuno dei 14 che si trovano dalla rotonda di Porto d'Ascoli all'inizio della Sentina si è adeguato al Piano esistente. Degli oltre 70 che si trovano tra questi due gruppi, si è adeguato circa la metà degli stabilimenti. In conclusione, il Piano vigente ha trovato solo una parziale applicazione, perché evidentemente aveva dei limiti, e non rispondeva alle esigenze della città, del territorio, dei turisti.

Queste sono le uniche ragioni che stanno alla base della nostra proposta. Si può condividere o meno l'impianto. L'unica cosa che non si può accettare sono gli ostruzionismi aprioristici, i ricatti e le minacce. Se qualcuno ha da obiettare non lo faccia a mezzo stampa, ma tramite sedi e uffici competenti, secondo il normale iter di legge, altrimenti si ha la legittima sensazione che questo qualcuno cerchi visibilità e pubblicità per se stesso.

Questo Piano è un'opportunità. La città di San Benedetto ha bisogno di una classe dirigente unita, scevra da invidie o "sindrome di Nimby" (non nel mio giardino). Non possiamo permetterci di essere il territorio dei no. Abbiamo invece bisogno di unità e condivisione, se vogliamo raggiungere un qualunque risultato.

* * *

Proprio dalla valutazione degli effetti del Piano vigente (l'ultima modifica era stata approvata dal Consiglio comunale nel 2004) è emersa la necessità di una rivisitazione accurata degli effetti prodotti dalla pianificazione in atto sull'arenile, con gli obiettivi principali di dotarsi di un riferimento normativo certo e semplice e di individuare categorie di intervento diverse nei vari tratti di spiaggia che potessero rispecchiare i diversi criteri, sia giuridici che di rispondenza alle diverse peculiarità specifiche consolidate.

Per tali motivi, il progetto ha suddiviso l'arenile in 3 comparti ognuno dei quali con caratteristiche specifiche e particolarità significative:

comparto 1: costituito dalle cosiddette pertinenze demaniali cioè da edifici permanenti in muratura di proprietà del demanio marittimo, posti, nella stragrande maggioranza, nel tratto compreso tra l'Albula e il Fosso delle Fornaci e che presenta la maggiore necessità di messa a norma;

comparto 2: costituito da stabilimenti balneari "classici" costruiti con caratteristiche di semi-permanenza, con materiali prefabbricati e che possono essersi adeguati o meno al vigente Piano di Spiaggia, compreso tra il Fosso delle Fornaci e la rotonda di Porto d'Ascoli, necessitano di riordino e di adeguamento alle norme igienico-sanitarie, nonché di azioni volte alla salvaguardia del paesaggio (vista mare, arredi, ecc);

comparto 3: costituito dal tratto tra la rotonda di Porto d'Ascoli fino alla spiaggia libera a sud della concessione 114, dove nessuno chalet si è adeguato al vigente Piano di Spiaggia, una parte di arenile è in proprietà privata e ad alcuni chalet, attualmente si può accedere esclusivamente dalla spiaggia e non dalla retrostante via San Giacomo.

Un quarto comparto è quello relativo alla Sentina, dove naturalmente non esistono stabilimenti balneari.L'elaborazione del nuovo Piano di Spiaggia si è prefisso i seguenti principali obiettivi:

la visibilità e visitabilità del mare dal fronte della passeggiata con conseguente liberazione di larghi tratti di visuale ai fini della tutela e possibile ripristino, soprattutto a sud, del paesaggio marino e del controllo degli scarichi a mare;
la qualità e la dotazione di attrezzature, a partire da quelle igienico-sanitarie, indispensabili per lo svolgimento, a norma, sulla spiaggia di funzioni quali la ristorazione;

una netta ed indiscutibile definizione delle perimetrazioni e utilizzazione delle spiagge libere; l'accessibilità delle spiagge libere;la tenuta in conto, differenziando criteri e norme, della diversità di storia, tipo di insediamento e qualità tra le strutture realizzate, in varie epoche, su diversi tratti di spiaggia;

il lungomare interrotto a sud senza soluzione di continuità e il progetto di un'unica passeggiata dall'Albula fino alla spiaggia libera successiva alla concessione 114;
la presenza a sud, sull'arenile, di proprietà private da integrare in una programmazione complessiva e realistica di utilizzo dell'arenile;

il collegamento di tutte le concessioni demaniali attraverso un percorso alternativo, verso mare, integrato per dimensioni e tipologia dei materiali alla spiaggia; la previsione di spazi polifunzionali pavimentati in legno, opportunamente ombreggiati, e da rimuovere al termine della stagione balneare; la possibilità di realizzare superfici, in aggiunta al corpo principale, protette con elementi decorosi e tipologie ben definite.

Per il raggiungimento degli obiettivi sopra menzionati, la variante al Piano di Spiaggia, ha progettato diversamente, seppur in maniera integrata e coordinata, i tre comparti sopra citati con le seguenti specificità:

nel comparto 1 gli stabilimenti balneari sono stati valutati singolarmente tenendo presente sia le caratteristiche architettoniche e tipologiche che le possibilità di adeguamento alle norme igienico sanitarie, il tutto senza compromettere le singolari particolarità di ognuno e valutando le potenzialità, in termini di spazi liberi e architettonici, individuali;

nel comparto 2 la superficie edificabile è stata svincolata dall'area in concessione ed è stata legata invece alla dimensione del fronte in senso nord-sud, così facendo il fronte mare libero è almeno il 50% del fronte totale e tutte le concessioni demaniali hanno uguali possibilità di intervento, proporzionalmente alla dimensione del proprio fronte ed invariabili al mutare dell'area in concessione;

nel comparto 3 il progetto ha avuto come obiettivo principale il collegamento di questa parte del litorale con il resto della città, attraverso la previsione di una passeggiata in legno che ha la funzione sia di accesso all'arenile (per i fruitori e per eventuali mezzi di soccorso), sia quello di essere la logica prosecuzione del lungomare, oggi interrotto alla rotonda di Porto d'Ascoli, con caratteristiche architettoniche e tipologiche differenti dal tratto di lungomare realizzato e quindi con proprie peculiarità che insieme alla realizzazione integrata dei nuovi chalet potrebbe costituire una particolare emergenza per questa parte di città, oggi posta ai margini e degradata.

12/05/2009





        
  



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