Il prof. Pierpaolo Salvucci ha aperto la serie degli interventi, tracciando un esauriente profilo artistico di Giovanni Tebaldini. Ha ripercorso i principali luoghi della sua carriera e le sue relazioni culturali attraverso le immagini di un power point.

Il prof. Tito Pasqualetti, pur non mostrando particolari doti oratorie, ha messo in rilievo i rapporti del musicista con alcuni letterati, in particolare Antonio Fogazzaro, Ada Negri e il sambenedettese di nascita Giuseppe Lesca. Con il suggestivo esempio delle "affinità elettive" o delle "vite parallele" è riuscito a sottolineare l'importanza del sodalizio Lesca-Tebaldini, intestatari, rispettivamente, della Biblioteca e dell'Auditorium del Comune.

Ha preso la parola anche il nipote del musicista e musicologo, il prof. Renato Novelli, che ha ricordato la figura del nonno, la sua profonda fede cattolica, l'indipendenza dalle ideologie politiche, l'importanza dell'ultima dimora che, pur non presentando significativi stimoli intellettuali, gli permise di creare in tranquillità e in solitudine, raggiungendo risultati inattesi.

Una serata lunga, dai risvolti apparentemente troppo storici; troppa prolissità negli interventi, ma la sala era piena e il pubblico interessato. Questo è stato sufficiente a celebrare degnamente l'artista.

"Padre, se mai questa preghiera giunga al tuo silenzio" recitava la soprano Grazia Ciancabilla Franchi, presente in sala e quasi commossa nel risentire la sua voce di 60 anni fa dal disco restaurato per l'occasione, in uno dei momenti toccanti della serata, assieme alla videoproiezione del brano "Romanza" per violino e pianoforte.
La manifestazione si è conclusa con l'esibizione della Corale Polifonica "G. Tebaldini", diretta dal Maestro Guerrino Tamburrini, che ha allietato con l'esecuzione di "Settembre", "La Giovinezza " e "Sicut cervus".

In sala erano presenti il sindaco di San Benedetto del Tronto e quello di Martinsicuro, lo scultore J. Kövèr, che ha eseguito il bassorilievo scoperto all'ingresso, e i parenti del musicista.

Il Tebaldini giunge a San Benedetto del Tronto nell'ultimo decennio della sua lunga e laboriosa vita che dal nord al sud d'Italia lo aveva portato ad intrattenere rapporti culturali con molte personalità di rilievo nell'ambito artistico del suo tempo. Il tratto decisivo della sua opera, da quanto si ricava riassumendo i vari punti di vista evidenziati dai relatori, è caratterizzato da una religiosità vissuta profondamente che lo porta ad intrattenere rapporti d'amicizia con il Papa Pio X e ad essere uno dei più convinti e attivi riformatori della musica sacra, tra gli ispiratori del Motu proprio emanato dallo stesso pontefice nel 1903.

La nostra città rende così omaggio a un artista e a un uomo che sente vicino, nella speranza che il tempo conservi nella storia la traccia che egli ha lasciato ai posteri.