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"L'antico e le palme" un successo inatteso, minacciato dalla pioggia e macchiato da un furto.

San Benedetto del Tronto | Non senza un sospiro di sollievo si chiude oggi la quindicesima edizione de "L'antico e le palme", la manifestazione, iniziata con qualche incertezza a causa del tempo si è, alla fine, rivelata un successo.

di Anfrea Merlini

L'antico e le Palme 2009

Un successo inaspettato è stato quello che ha caratterizzato la quindicesima edizione de "L'antico e le palme", inaspettato a causa delle numerose incognite che lasciavano indefinita qualunque previsione riguardo l'affluenza e il tempo, ma anche per il brutto fatto del furto d'orologi (a quanto pare) avvenuto nella notte tra sabato e domenica ai danni (assai cospicui sembrerebbe) dello stand sito davanti al bar Moretti.

A parte questo fatto su cui, con buona e fantasiosa volontà si potrebbe ricavare, ricamandoci un po' su, un eventuale "morale alternativa" sul furto o meglio sul "tempo rubato", possiamo dire che è andato tutto bene alla fine e che vasta è stata l'affluenza delle persone richiamate dall'antico e dal suo fascino o semplicemente incuriosite dall'evento.

Una vera e propria manifestazione si è rivelata, quindi, più che un semplice mercatino dell'antiquariato, che riunisce per quattro giorni espositori da più di "quaranta paesi d'Italia" e che propone ad un pubblico misto di appassionati, parvenùe o semplici turisti capitati per caso, un enorme quantità di materiale che va dalla moneta d'epoca al quadro seicentesco, dal divano in pelle coi bottoni, alla cornice d'orata e restaurata; oggetti etnici, maioliche, spazzole, cinture, pipe e specchi che fan riflettere sul ruolo degli oggetti nella storia della vita, e sul ruolo della vita nella storia degli oggetti, che allora non sono solo "oggetti", ma "strumenti", "mezzi", chiavi di lettura e tracce d'un passato, frammenti d'una identica prospettiva che emerge alla luce della nostalgia e ricompone i ricordi come i pezzi d'un puzzle per farne nuovi orizzonti sopra i quali ed oltre, raggiante si fa quella identità remota, d'una memoria collettiva, unica direzione, alla cui origine sta la necessità d'uscire dal labirinto del consumo, frenetico ed illogico che ha dimenticato il sacro, alla ventura d'un destino sconosciuto o che riaffiora, magari sulla bancarella, in cui veramente l'oggetto del passato con il suo percorso, ci riguarda, ci parla e ci indica la via.

Forse è questo il movente nascosto che giustifica l'entusiasmo del signor G.Brandozzi, organizzatore e curatore dell'evento nonché evidente appassionato dell'antico, che prodigandosi per tutte e quattro le giornate ha gestito ottimamente questo evento che, come dicevamo all'inizio, è uno strumento di richiamo da ogni parte d'Italia e una sorta di vetrina per la nostra città.

 

 

29/06/2009





        
  



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