Ru486: anche in Italia l'aborto in pillola
San Benedetto del Tronto | Già hanno ricominciato le cassandre a parlare di morti legate al farmaco, di banalizzazione dell'aborto, di "veleno letale", "pesticida umano"...Ma è possibile che questo Paese non cresca mai? Che debbano ritornare ad essere sbandierate le scomuniche?
di Palma Del Zompo*

La decisione di questi giorni dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) sulla pillola abortiva denominata Ru486, mifepristone il suo nome chimico, rende possibile anche in Italia, dopo molti anni di sperimentazioni e controversie, l’interruzione volontaria di gravidanza non solo chirurgicamente ma anche attraverso la somministrazione di farmaci. Commercializzata in Francia dal 1988, è stata resa via via disponibile in molti altri paesi ( dal ’99 in Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Grecia…), dal 2005 è nella lista dei farmaci dell’OMS.
Verrà usata esclusivamente in ambito ospedaliero, entro il 49° giorno di gestazione (la settima settimana), in questi termini gli effetti collaterali del farmaco, la sua pericolosità per la salute è statisticamente sovrapponibile al metodo chirurgico, bassissima peraltro (molto inferiore all’assunzione di aspirina, ad esempio), checchè ne dica la Sottosegretaria al Welfare Eugenia Roccella.
La legge 194 che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza risale al 1978, anno in cui mi sono laureata in Medicina. Non feci obiezione allora, e dopo tanti anni di lavoro a contatto con le donne, continuo a pensare che una decisione così intima, così privata,così dura, così definitiva, meriti rispetto, attenzione,poche parole,le meno possibili. Non può, né deve a mio avviso, essere giudicata o condivisa, è la decisione di quella donna, in quel momento della sua vita, in quella situazione sentimentale ed economica, in quel suo personalissimo stato di fragilità.
Eppure già hanno ricominciato le cassandre a parlare di morti legate al farmaco, di banalizzazione dell’aborto, di “veleno letale” , “pesticida umano” e chissà cos’altro. Ma è possibile che questo Paese non cresca mai? Che debbano, ad ogni occasione possibile,ritornare ad essere sbandierate le scomuniche, le messe al bando? Intendiamoci bene, non sottovaluto i problemi etici che l’aborto porta con sé, rispetto profondamente le posizioni dei cattolici in merito.
Ma quanti sono coerenti con le loro convinzioni di fronte magari a una situazione personale delicata, quanti non applicano la doppia morale, vizi privati e pubbliche virtù, oggi peraltro di moda, dati i comportamenti del nostro Premier? Se davvero si volessero aiutare le donne,basterebbe applicare in toto la legge 194, laddove parla di prevenzione, di contraccezione, di educazione alla sessualità e ad una procreazione responsabile, di sostegno vero alle politiche per la famiglia ricco di servizi e incentivi economici per chi una famiglia decide di farsela.
Le società dove le donne lavorano in alta percentuale e hanno una rete di servizi sociali efficiente, quelle scandinave ad esempio,sono anche quelle che registrano il più elevato tasso di natalità. Solo così le donne saranno un po’ meno sole di fronte alla loro scelta di maternità…o forse bisogna concludere che si vuole semplicemente che non possano scegliere? E se proprio lo fanno, almeno lo facessero con il massimo dolore possibile?
*Medico e Consigliere Comunale (IdV) per le Pari Opportunità
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01/08/2009
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