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Il mio ospedale, l'ospedale di tutti

San Benedetto del Tronto | L'ospedale di San Benedetto sta subendo tagli vitali degli organi più importanti per sua sopravvivenza tra l'indifferenza della gente. Gridiamo forte il nostro dolore per la perdita di una parte vitale della nostra città.

di Antonella Roncarolo

L'ospedale di San Benedetto

Leggo con preoccupazione le notizie sul futuro del nostro ospedale civile e mi inquietano gli accorati gridi di dolore che arrivano dalle pagine dei giornali e dal web della dottoressa Antonietta Lupi, primario del reparto di ematologia, che conosco e stimo da molti anni essendo io una donatrice di sangue di vecchia (ohimè) data.

L'ospedale di San Benedetto sta subendo tagli vitali degli organi più importanti per sua sopravvivenza tra l'indifferenza della città. E' questa la notizia più dolorosa.
Chi è in salute e vive nel benessere non sempre riesce a percepire la ricchezza e la precarietà della sua fortunata situazione.

L'ospedale è un luogo importante della città. E' il luogo in cui si nasce, il luogo dove si corre per le emergenze, il luogo in cui si coltivano speranze, il luogo dove ci si cura, il luogo del dolore, il luogo in cui si muore. Ritengo che non esista nessun altro luogo al mondo dove tanti momenti diversi siano raccolti.

L'ospedale civile fa parte della storia del territorio. Pur lasciando ad altri il racconto della storia della nostra città, sappiamo bene che l'ospedale è stato fortemente voluto da tanti cittadini che vollero creare il luogo dove "l'umanità sofferente venisse raccolta e curata" come si legge ancora sulla targa del vecchio edificio dell'ospedale oggi trasformato in scuola.

In un periodo storico in cui molti paesi, tra cui gli Stati Uniti, nonostante la crisi economica internazionale, stanno facendo grandi sforzi per finanziare la sanità e la scuola, il nostro paese grazie ad un governo creativo, allegro, ottimista e controcorrente, taglia fondi senza cercare alternative.

E' vero, viviamo in una democrazia e con questa paradossale realtà dobbiamo convivere. Ma almeno non stiamo zitti. Gridiamo forte il nostro dolore per la perdita di una parte vitale della nostra città, mostriamo la nostra indignazione per chi copre tutto dicendo che è colpa delle passate gestioni troppo spendaccione.

Nel mio ospedale sono nate le mie figlie, per i loro piccoli incidenti di gioco sono corsa tante volte, trovando file, è vero, ma anche tanta professionalità. Nel mio ospedale dono il sangue ogni sei mesi e mi sento fiera di ciò. Nel mio ospedale mi reco molte volte l'anno per la visita sportiva, per le analisi del sangue, per il pap test e la mammografia.

Nel mio ospedale vado a prendere l'insulina per mio padre. Nel mio ospedale è morta la mia amatissima nonna circondata dalle cure e dall'affetto di tutti. Il mio ospedale è l'ospedale di tutti. Non lasciamo che ce lo portino via.

13/09/2009





        
  



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