Dall'On. Luciano Agostini del Partito Democratico riceviamo e pubblichiamo:

Ieri in parlamento è stato approvato il decreto 135 del 25 settembre 2009, meglio conosciuto come decreto che privatizza l' acqua e più in generale le norme che regolano la privatizzazione dei servizi pubblici.

Il governo, ancora una volta ha posto il voto di fiducia, (è la ventiseiesima volta in questo primo scorcio di legislatura) e cioè ricorre a quell' escamotage regolamentare che difatti azzera tutta la discussione nell'aula parlamentare e quindi toglie la possibilità di modificare il decreto.

La cosa che più sconcerta è che la norma definisce solo in maniera superficiale quali sono i termini della privatizzazione, senza entrare nel merito del ciclo integrato delle acque, e senza definire che l'adduzione, e la proprietà delle reti non possono essere in nessun modo privatizzate, trattandosi di un bene assoluto come l'acqua.

E quindi è del tutto evidente che la proprietà ed il controllo non possono che essere in mano pubblica,chi azzera come hanno fatto governo e la sua maggioranza azzera questo principio si assume una responsabilità grave per il futuro delle famiglie italiane che potrebbero trovarsi di fronte ad aumenti incontrollabili del costo della bolletta.

Altro elemento di forte preoccupazione sono le risorse del tutto mancanti per gli investimenti necessari da fare sulla rete e su tutto il ciclo delle acque.
Come nulla viene detto sullo sperpero di acqua oggi esistente per dispersione dovuto il più delle volte a gestioni superficiali che a volte fanno arrivare lo spreco di acqua al 30-40%.

Ovviamente questo provvedimento non inciderà a migliorare le cose nel nostro territorio,dove occorre ricordare che appena due anni fa più di centomila persone rimasero senz'acqua per diversi giorni con una spreco di acqua senza precedenti oltre che di un disservizio impressionante.

Il Partito Democratico si è battuto in parlamento contro questo provvedimento,cosi come fummo gli unici insieme ad alcune associazioni di consumatori a denunciare con forza la superficialità, e lo sperpero di acqua, che registrammo due anni fa nel nostro territorio. Allora fummo lasciati soli a denunciare quei fatti, anche da chi oggi si è schierato decisamente contro il provvedimento voluto dal governo.

Di questo prendiamo con soddisfazione atto e ricordiamo che l'acqua è un bene prezioso sempre non solo quando l'opportunità politica lo suggerisce.