Un grande ritorno quello di Corrado Guzzanti, che assieme a Marco Mazzocca e alla sorella Caterina mette in scena una carrellata di personaggi uniti da un sottile pessimismo, vero filo conduttore dello spettacolo.

Si comincia dal Ministro dell'Economia Giulio Tremonti che, vestito da nobiluomo francese del ‘700, seduto su un trono dorato, si esibisce in un vero e proprio elogio del vizio: gli italiani? "Sono il popolo Darwiniamente più adatto ad affrontare la crisi, del resto sono abituati all'ambiente ostile".

Tolti gli abiti regali, l'attore romano fa il suo ingresso sul palco nei panni del cinico e squattrinato conduttore del Caso Scafroglia, che all'ospite fisso Padre Federico, che tenta di rivolgere inutili appelli ai giovani, risponde: " Ma si parliamo di valori che male che vada è inutile".

Lo scetticismo di Guzzanti emerge in particolare con i personaggi della sinistra. Al grido di "Scindetevi e moltiplicatevi" appare infatti un Fausto Bertinotti che a tornare in Parlamento non ci pensa proprio; nel gioco di inventare ogni giorno un nuovo partito e un nuovo simbolo, "che poi oggi con Photoshop è divertentissimo", ha infatti trovato una seconda giovinezza. Altrettanto inefficace lo spot di Antonio Di Pietro che si lancia in un discorso senza senso, un minestrone di modi di dire interrotto dallo scadere del breve tempo a disposizione.

Passando attraverso la sgrammaticata Miss Italia e la frustrata Ministra Gelmini interpretate da Caterina Guzzanti, l'esilarante annunciatrice di Rieducational Channel, Vulvia, e i racconti pulp di un anziano signore interpretato da Marco Mazzocca, lo scetticismo del comico romano trova argomenti di sfogo anche nella religione, attraverso le esternazioni del teologo Don Pizzarro, che confessa un segreto interesse per la fisica moderna: "la teoria delle stringhe - afferma il teologo - è verità, non è ci credo io!".

Nemmeno l'acclamato Messia che porta la parola di Quelo, è in grado di sfamare la sete di spiritualità, e il suo motto la dice lunga: "La risposta alla crisi è dentro di noi, solo che è sbagliata".
Nessuna rassicurazione, nessuna risposta, nemmeno nel finale, diretto da un arrabbiatissimo Funari che dall'aldilà testimonia una realtà peggiore, se possibile, di quella che ci attende di quà.

Uno spettacolo divertentissimo, talmente coinvolgente, soprattutto per chi da anni aspetta un ritorno sul piccolo schermo del comico romano, da tenere ben nascosto il vero spiazzante messaggio: Qualsiasi cosa stiamo cercando, se vogliamo una soluzione dobbiamo inventarcela perché per ora non c'è.