Leggo sui giornali che il passaggio all'IDV è stata generata dal malcontento che Sandro Donati nutriva nei confronti della dirigenza di Ascoli di matrice diessina; ma la prima domanda che mi viene spontaneo porgere (come diceva qualcuno) è: ma non parliamo della stessa dirigenza che ha avallato la sua nomina ad assessore regionale con delega al Piceno?

Quindi: Perchè mai erano buoni prima, quando si è trattato di prendere e non lo sono più oggi, che non hanno dato? In questi giorni si assiste a tutta una serie di esternazioni che con mal celata ipocrisia mettono a nudo la reale finalità di tutti gli attori che compongono il cast.

Certo, per il nostro assessore Donati è stata dura non vedersi accontentare nelle richieste onerose e pretestuose avanzate all'epoca delle provinciali per collocare suoi candidati; malcontento tale che lo ha indotto a fare una campagna elettorale contro il suo stesso partito (IDV è avvisato!!) cercando poi di minare persino l'amministrazione comunale di San Benedetto attraverso i suo fidi scudieri Cipolloni e Menzietti che oggi annunciano di voler costituire il gruppo misto in quanto in dissenso con le linee programmatiche della maggioranza.

Presa di posizione anomala, considerato che nessuno si era accorto di questi dissensi vista la loro latitanza dalle maggioranze da oltre un anno! All'indomani delle elezioni provinciali ebbi a dire che il Partito Democratico poteva fare a meno di coloro che non credevano nel progetto del partito e che permanevano in esso solo per apparire; purtroppo oggi ne abbiamo avuto piena conferma con gli atti a cui stiamo assistendo, così come ne avevamo avuto un'anteprima nel mese di Luglio dello scorso anno in sede di direzione provinciale, dove sempre il "nostro" Donati esternava la sua arroganza offendendo tutta l'assemblea e ribadendo che tanto le candidature si sarebbero fatte ad Ancona (in questo caso dobbiamo constatare che si siano fatte a Roma all'insaputa degli stessi amici del territorio piceno dell'IDV – come entrata in scena non è niente male).

Come recita un vecchio proverbio, “Il tempo è sempre galantuomo”... Certamente sarebbe interessante, ad esempio, sapere quale sensazione ha generato in Letta, del quale Donati in un passato recentissimo non ha mancato di "riempirsi la bocca". Forse Donati preso dal delirio di onnipotenza aveva scambiato la sigla “PD” da Partito Democratico con Partito Donati; purtroppo questo è il Partito Democratico che con tutte le sue difficoltà sta cercando di dare un senso alla sua azione politica ed anche un senso di moralità, rifiutando allo stesso Donati non la prima, bensì la terza candidatura! Ma la vita lo sappiamo è ricca di colpi di scena ed evidentemente anche la via Salaria porta fortuna, visto che i viaggi a Roma hanno portato i frutti attesi.

Agli amici dell' IDV auguro di poter fare una buona campagna elettorale ricordando loro che spesso è cosa saggia evitare di strumentalizzare l'aspetto morale (mi riferisco ovviamente agli esponenti nazionali e non ai locali, i quali si sono battuti coraggiosamente, ma senza esito positivo) perché come abbiamo avuto modo di vedere anche loro non sono indenni da errori (è già la seconda volta – la prima fu con la candidatura di Soldini). Auspico solo che non ci sia una terzo episodio perché allora sarebbe da valutare attentamente se l'Italia dei Valori sia da annoverare nella schiera degli alleati del PD.

Felice Gregori, Coordinatore Unione Comunale San Benedetto del Tronto.