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Diversità e integrazione possibile dei minori nel racconto di Ornella Della Libera.

San Benedetto del Tronto | Il libro "Florian del cassonetto. Storia di un piccolo rom" ha il pregio di essere riuscito a tracciare i percorsi emotivi più efficaci per favorire un’empatia e una comprensione immediate nei confronti della condizione dei piccoli zingari.

di Maria Teresa Rosini

Incontro con Ornella Della Libera

Tra tutte le possibili diversità quella che connota la condizione degli zingari sembra attrarre su di sé un rifiuto più accentuato e pervasivo di altre. Dannati della terra, esponenti di culture e modalità di esistenza che ormai hanno stabilito da secoli nella precarietà più esasperata il fondamento e la radice della loro storia, sono tra le categorie umane più rifiutate nonostante il mutare dei tempi e le consapevolezze culturali e sociali raggiunte.
Basta pensare a quanto ancora oggi i luoghi comuni che li riguardano sono tenacemente incollati ai nostri sentimenti più inconsci e istintivi.

Il libro Florian del cassonetto. Storia di un piccolo rom edito da Rizzoli, presentato sabato scorso all'Auditorium Tebaldini, ha il pregio di essere riuscito a tracciare, attraverso una scrittura semplice ma penetrante, i percorsi emotivi più efficaci per favorire nei bambini e nei ragazzi, destinatari del racconto, un'empatia e una comprensione immediate nei confronti della condizione dei piccoli zingari.
Il merito va ascritto all'autrice Ornella Della Libera che, oltre ad essere una scrittrice (ha pubblicato anche da Fabbri, Tredici casi per un agente speciale col quale ha vinto il premio speciale Elsa Morante), è soprattutto un'ispettrice di polizia che si occupa di reati sui minori e pedofilia.

Ornella della Libera è una donna forte e sensibile, di quelle che sposano una causa che le coinvolge completamente e autenticamente. Sa parlare con i più piccoli, sa raccontare e leggere le storie e, soprattutto, vuole ascoltare ciò che i bambini hanno da dire.
E sabato mattina i bambini delle classi quarte e quinte del terzo circolo di San Benedetto e i ragazzi più grandi del primo anno dell' Istituto Alberghiero l'hanno ricambiata ascoltando con serietà, attenzione e partecipazione inconsuete quanto voleva raccontare loro.

Florian è un bambino doppiamente "ultimo". E' stato abbandonato appena nato in un cassonetto dal quale lo ha salvato una zingara, Violeta, madre di altri quattro figli: Oliver, Daniela, Doru e Mirena. Suo marito è in carcere e loro devono aiutarla, chiedendo elemosina e occasionalmente rubando, a sopravvivere. La descrizione delle loro condizioni di vita è affidata nell'introduzione alla voce narrante di Florian che racconta la sua esistenza disumana, il freddo della baracca, le precarie condizioni igieniche, la quotidiana lotta per procurarsi l'indispensabile, con lo sguardo poetico e rassegnato che solo un bambino può rivolgere ad un'esistenza drammatica in cui emergono sprazzi di piccole felicità e libertà, unica ricchezza da condividere con i fratelli.

Sarà il confronto con la condizione degli altri bambini e la curiosità suscitata dal quel luogo misterioso e terribilmente attraente ai loro occhi che è la scuola, a innescare una serie di circostanze ed eventi che avranno come risultato l'approdo alla salvezza.
Ma ciò che è fondamentale nella storia per determinare l'evolversi dei fatti, è la presenza di adulti disposti a farsi carico di questi bambini, adulti disponibili a offrire tempo, risorse, amore da donare gratuitamente, rete di protezione non invadente, ma sempre efficacemente presente.
Una serie di incontri fortuiti, ma decisivi, porterà allora ciascuno di essi a riuscire nell'intento di concepire dentro di sè che una vita diversa è possibile.
Elemento fondamentale sarà per loro anche l'incontro con i libri nei quali la rappresentazione anche solo grafica (non sanno leggere) di un mondo di possibilità "altre", riuscirà a compiere il miracolo di farli nascere a nuove e inaspettate consapevolezze fornendo il coraggio di assumere, pur così piccoli, scelte definitive per il loro futuro.

Un libro per ragazzi che potremmo consigliare anche agli adulti per cercare di metterne in discussione pensieri e pregiudizi ormai stratificati. E anche perchè comprendano l'urgenza, in questo mondo troppo spesso ingiusto e respingente verso un po' tutte le categorie della diversità, dell'azione di persone consapevoli che sappiano offrire parte del loro tempo e delle loro capacità a minori in difficoltà che non hanno punti di riferimento solidi per poter costruire un percorso alternativo di realizzazione individuale e sociale.

Dato il coinvolgimento dimostrato dagli alunni, Mimmo Minuto, della libreria La Bibliofila e la Dirigente del Terzo Circolo, dott.ssa Stefania Marini, hanno condiviso l'idea di promuovere un concorso per la produzione di un testo o un articolo sui temi oggetto del libro e sulla presentazione di sabato: ai migliori selezionati saranno offerti in omaggio tre libri per ragazzi.

22/03/2010





        
  



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