"Quello che le donne non sono", violente, corrotte, molestatrici, pedofile, guerrafondaie, viscide, insensibili, irresponsabili: aggettivi che non si declinano mai al femminile, secondo l'Assessora Regionale ai diritti e alle pari opportunità Stefania Benatti. "Ricordate un caso di corruzione di una donna amministratrice nelle inchieste su tangentopoli o reati di disonestà politica in altre indagini? Io no. Non ricordo casi neanche in altri Paesi. Si potrà dire: facile, non esistono perché le donne al potere sono poche....eppure donne ministro in Italia, in dicasteri importanti e in periodi focali, ne troviamo: da Tina Anselmi a Emma Bonino, da Rosy Bindi a Giorgia Meloni, da Livia Turco a Stefania Prestigiacomo, e come si vede, nella definizione di innata incapacità di essere disoneste, accomuno le donne di ogni colore politico".

La Benatti fa l'esempio di donne che sanno assumersi le responsabilità come la Presidente del Cile Michelle Bachelet, messa a confronto con quello di Haiti, scappato, lasciando il suo popolo nella tragedia più immane. "Lei no, ha preso in mano la situazione, la gestisce in maniera esemplare, coordina gli aiuti e conforta la sua gente. Le donne sanno gestire situazioni differenti e nello stesso tempo perchè se da un lato la famiglia ha costituito un limite per il lavoro e la vita pubblica, dall'altro rappresenta comunque una palestra formativa che richiama in prototipo la ‘gestione della cosa pubblica' ".

Un concetto quello del ‘bene comune' e della ‘cosa pubblica', molto limpido, secondo l'Assessora, nella materna mente femminile: "Le donne sanno condividere il bene, aderiscono al male di chi sta vicino, valori innati come il rispetto dell'altro, l'attenzione per il piu' fragile, il prendersi carico, talenti che devono potersi esprimere nei luoghi della partecipazione e nei processi decisionali".

"Ad oggi - afferma la Benatti - sono sicuramente aumentate le presenze delle donne nelle istituzioni regionali, magro frutto di un lavoro fatto da molti anni". Si e' passati: nei Consigli dal 8,8% al 11,1, nelle Giunte dal 12,8 al 17,5, mentre la media delle donne elette nelle Giunte e nei Consigli nel loro complesso e' del 12,2% contro il 9,9% precedente.

"Come dice la Bonino ‘Non credo basti essere donne per essere migliori e a volte la sorellanza al femminile l'ho vista poco', è però innegabile che le donne possano dare un apporto fondamentale nella prospettiva di promuovere l'etica nelle istituzioni e nella politica. Per questo è importante anche alle prossime elezioni regionali votare una donna!".