Non è vero ma ci credo. Al Serpente Aureo per ricordare De Filippo
Offida | A trentanni dalla sua scomparsa il Gruppo Amici dellArte vuole ricordare così il grande Peppino De Filippo. Doppio appuntamento il 29 e il 30 maggio.
di Redazione
Peppino De Filippo
Tema di "Non è vero...ma ci credo", capolavoro comico di Peppino De Filippo andato in scena per la prima volta tra il 1941 e il '42, è la superstizione. Attuale all'epoca e attualissimo tutt'oggi, come lotta disperata e perdente di chi ingaggia battaglie per combattere destino e sfortuna, di chi non ha altri mezzi a propria disposizione per allontanare i colpi sinistri della sorte, se non quelli di ricorrere a sotterfugi e scongiuri.
La superstizione del commendator Gervasio Savastano non conosce limite né pazienza. Corna facendo e rifacendo, tutto sembra congiurare contro di lui e i suoi affari: i venerdì, i gatti neri, quello iettatore patentato del ragioniere Malvurio annidato tra i suoi dipendenti. Savastano non sa più che fare, o forse sì: licenzia Malvurio e mette al suo posto Sammaria, uno che dalla sua ha una gobba che promette ogni bene e fortuna: infatti basta guardarla ed ecco che affari e finanze ripartono a gonfie vele. Sammaria si rivela un vero toccasana per la vita di Savastano, ma potrà toccarne anche la figlia? E se i futuri nipotini dovessero nascere con la gobba anche loro?
Persino il filosofo Benedetto Croce, morto a Napoli nel 1952, a proposito delle superstizioni disse: "Non è vero, ma prendo le mie precauzioni". Frase ripresa dal grande Eduardo che soleva spesso dire "Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male".
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25/05/2010
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