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Archeopatie II, la mostra di Gianni Ottaviani a Grottammare

Grottammare | La mostra dell'artista di origine grottammarese è stata inaugurata il 31 luglio e resterà aperta al pubblico fino al 5 settembre presso le sale del MIC.

di Redazione

«È una delle mostre più importanti ospitate da Grottammare, per il valore non solo artistico e culturale ma anche affettivo: sono state solo la generosità e la capacità di adattamento di Gianni Ottaviani che hanno reso possibile allestire una mostra del genere nella nostra cittadina» così esordisce l'assessore alla Cultura Enrico Piergallini nel presentare "Archeopatie II", la mostra di Gianni Ottaviani già proposta al Complesso del Vittoriano di Roma nel 2009 come prosecuzione delle prime "Archeopatie" esposte a Milano negli anni '90, e ora, dal 31 luglio al 5 settembre, nei locali del MIC presso il Kursaal di Grottammare.

Ottaviani è nato a Grottammare nel 1939 e «dopo quasi mezzo secolo dalla sua prima mostra al Kursaal, torna ad esporre nello stesso spazio», sottolinea il sindaco Luigi Merli.

Ermanno Arslan, archeologo, racconta il rapporto d'amicizia che da anni lo lega a Gianni Ottaviani: «quello di Gianni è un percorso che doveva necessariamente passare da Grottammare; noi abbiamo cominciato a frequentarci e lavorare insieme nei primi anni '70, quando lui aveva già compiuto passi importanti nel suo percorso artistico e io ero un giovane archeologo che si occupava di beni cultrali sotto il profilo etnologico. Ci siamo incontrati "sulla pala", nel pieno della pratica del nostro lavoro, e abbiamo trovato forti affinità nei nostri percorsi di ricerca: Gianni credeva nella necessità di scavare nello spirito umano, individuando così l'archeologia di ciascuno di noi e della storia delle nostre vite».

«Gianni è drammaticamente complicato» continua Arslan, entrando in un'analisi più specifica dell'arte di Ottaviani «il termine "archeopatie" veicola del resto anche un'idea di partecipazione dolorosa alla sofferenza, che può essere positiva o negativa, ma è comunque partecipazione profonda e piena; nelle sue opere c'è sempre uno spazio di indefinito, sono opere che domandano di essere lette per riuscire ad entrare negli spazi tridimensionali che esse reano, e penso soprattutto ai teatrini, luoghi di magia, narrazione, mito. Un mito che, dalle più remote antichità, arriva fino a noi, oggi. E quest'idea di indefinito si ricollega all'approssimazione insita nel lavoro dell'archeologo, e soprattutto all'impossibilità, come uomini, di approssimarci pienamente al nostro contemporaneo.
In questo senso è significativo che Gianni si sia occupato molto alla storia dei Piceni, una storia carica di incertezza e indefinitezza, oltre che poco conosciuta».

Gianni Ottaviani ringrazia l'amministrazione comunale di Grottammare per l'accoglienza e invita il pubblico a vivere da sé la mostra perché «sono le opere che devono parlare, non gli artisti».
I visitatori sono poi invitati ad una partecipazione attiva attraverso lo spazio della "discarica", al centro del locale principale del MIC, dove Ottaviani ha raccolto «vecchie cose, pennelli, attrezzi di lavoro, ma anche biglietti del cinema, del teatro o del treno per donare loro nuova dignità artistica»; il pubblico può liberamente pescare nella "discarica e portare" con sé i piccoli oggetti, conservandoli in bustine di plastica appositamente predisposte e firmate dallo stesso Ottaviani.

La mostra "Archeopatie II" di Gianni Ottaviani è stata inaugurata sabato 31 luglio e resterà aperta al pubblico presso lo Spazio Espositivo MIC (Museo dell'Illustrazione Comica) del Kursaal di Grottammare fino al 5 settembre con i seguenti orari (l'ingresso è libero):
martedì, mercoledì e giovedì 21:30 - 23:30
venerdì, sabato e domenica 18:00 - 20:00 / 21:30 - 23.30
lunedì chiuso

03/08/2010





        
  



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