Di Francesco istituzionalizza la sua candidatura a segretario del PD di fronte ad una sala piena di gente e di autorità: presenti l'onorevole Luciano Agostini, l'assessore regionale Antonio Canzian, il consigliere regionale Paolo Perazzoli, i sindaci di Offida e di Ripatransone Valerio Lucciarini e Paolo D'Erasmo, i consiglieri provinciali del Pd Emidio Mandozzi (capogruppo) e Lucio D'Angelo, Giulietta Capriotti, Presidente del Consiglio comunale, gli assessori Margherita Sorge e Domenico Mozzoni, il segretario comunale del Pd Felice Gregori, l'ex sottosegretario Pietro Colonnella, l'ex assessore regionale Franco Paoletti - il primo a dare una chance al giovane Di Francesco mettendolo in lista nel lontano 1995 - e il Sindaco Gaspari che - impegnato in questioni di rappresentanza alla Capitaneria di Porto di Ancona è arrivato sul finale.

"Mi metto al servizio dell'intero territorio, questa candidatura che non l'ho chiesta io ma mi è stata proposta. Nasce nello spirito di una autentica collaborazione e di un confronto pacato: io garantisco il massimo impegno e confido nella guida di tutti gli uomini e le donne che hanno a cuore il futuro" dice Di Francesco aprendo i lavori. Unico candidato del PD, emerso dalle file della Margherita, cercherà con l'appoggio di tutti di conciliare le due anime del partito: quella del cattolicesimo democratico e quella della sinistra riformista, che convivono dalla fusione del 2007; diversità che Di Francesco non vede come una limite ma come un prezioso un punto di forza. Coerente con questo assunto sottolinea come occorre in tema di alleanze valorizzare i rapporti con tutte le forze di centro sinistra, forti del successo che questa linea ha già prodotto in Regione.

"Dopo 12 anni di militanza nell'amministrazione non intendo ricandidarmi perché voglio dedicarmi completamente al partito", spiega ai tanti che affollano la Casa del Pescatore. Dialogo e partecipazione, all'insegna dell'unità, della lealtà e della concretezza, "per vincere le sfide del futuro con l'obiettivo dello sviluppo del Piceno". Banditi gli individualismi, fondamentale il gioco di squadra, ricorrendo al prezioso contributo che possono dare i giovani e le donne del partito, Di Francesco presenta un programma strutturato su linee strategiche che toccano i nodi irrisolti della politica di casa nostra.

La crisi economica che ha messo in ginocchio le famiglie va affrontata risollevando i settori storici dell'economia nostrana dall'agricoltura alla pesca, passando per l'artigianato, il turismo, il commercio e il terzo settore, puntando sulla media e piccola impresa e sull'università, tenendo bene a mente che la formazione è fondamentale per riqualificare e rendere competitivi i nostri lavoratori.

Sostegno alle politiche attive del lavoro, ma anche centralità delle infrastrutture, dall'arretramento dell'A14, alla metropolitana di superficie lungo l'asse Ascoli San Benedetto, fino alla bretella, coinvolgendo anche la Salaria nel processo di riammodernamento strutturale. Le politiche per la sanità si concentreranno sulla creazione dell'Azienda unica Ospedaliera "Marche Sud", con focus sulla qualità e la quantità delle prestazioni.

Fondamentale la valorizzazione ambientale, con i parchi nazionali dei Sibillini e dei Monti della Laga, la riserva Sentina e il Parco Marino - in procinto di essere realizzato - e attenzione prioritaria al problema dello smaltimento dei rifiuti. Proposto un nuovo modello di sviluppo, imperniato sulla Green Economy - che rende necessario un compromesso tra le esigenze paesaggistiche e il bisogno di produzione energetica - le potenzialità del turismo - volano dell'economia locale in un'ottica di integrazione delle tipicità del Piceno per offrire pacchetti competitivi e allettanti- e la cultura, che ha ricevuto - secondo Di Francesco - forte imput dall'amministrazione Gaspari e dall'assessorato di Margherita Sorge.

Una strategia riformista condivisa che metterà al centro le esigenze dei cittadini, strutturata su una forte opposizione all'amministrazione provinciale di centro destra che non riesce a dare risposte efficaci e rende necessaria l'elaborazione di un modello alternativo di sviluppo. Obiettivo primario sarà la vittoria nei municipi che sono già del centro sinistra, primo fra tutti quello di San Benedetto, per cui è funzionale un forte radicamento del partito sul territorio, da incrementare col tesseramento e la costruzione di un'identità riconoscibile basata sulla trasparenza e il confronto costruttivo di tutte le anime trasmettendo entusiasmo e senso di appartenenza.

"La valorizzazione delle risorse umane coincide con l'acquisizione di un bagaglio straordinario di conoscenze" dice Di Francesco, annunciando il proposito di investire sulla formazione della dirigenza di partito, sulla costituzione di forti circoli territoriali e tematici e l'investitura di una Consulta degli Amministratori e dei Coordinatori di Circoli. E, nel salutare la platea che gli riserva un lungo applauso, il neo candidato chiude con il motto coniato per l'occasione " Possiamo farcela, dobbiamo farcela, ce la faremo!".