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"I rischi della fede tra sincretismo e miracolismo"

San Benedetto del Tronto | Martedì 14 dicembre 2010 alle 21,15 c 'è stato il 4° incontro del GRIS diocesano su questo tema. Relatore Padre Gabriele Di Nicolò - Assistente spirituale del GRIS diocesano.

di Antonio Barra

Perché avete pensato di trattare questi argomenti (i rischi della fede, tra sincretismo e miracolismo)?
Pensiamo che siano fenomeni di attualità, anche tra coloro che si dicono cristiani, tra i cattolici. Un certo soggettivismo e individualismo dilaganti, portano le persone spesso a costruirsi una religione "fai-da-te", una religione-puzzle, di cui ciascuno sceglie le tessere che preferisce e le combina a suo gusto.

Dall'altra parte riemerge oggi piuttosto fortemente il fenomeno del "miracolismo", cioè la ricerca vissuta con angoscia, ansiosità, curiosità smodata di fenomeni straordinari come miracoli, visioni, apparizioni, segni particolari ecc. Vi sono persone che girano continuamente alla ricerca di tali realtà ed esperienze.
Il GRIS si propone proprio di fare ricerche su tali fenomenologie di carattere religioso e informare la gente con una valutazione più obiettiva possibile, ma che possa offrire criteri di discernimento.

Come mai questi fenomeni rappresentano dei rischi per la fede?
Il sincretismo porta inevitabilmente le persone ad allontanarsi da una religione rivelata e a manifestare, per così dire, un "delirio paranoico", cioè una mania d'onnipotenza dell'uomo che vuole costruirsi da sé perfino la religione, scegliendo magari da varie credenze e dalle religioni tradizionali gli elementi che più gli piacciono o gli fanno comodo e mettendo insieme elementi che sono inconciliabili. Ad es. in una inchiesta tra i giovani di qualche anno fa risulta normale mettere insieme cristianesimo e reincarnazione.

Il miracolismo invece è rischio perché la fede cristiana autentica si appoggia anzitutto su quanto Dio stesso ha rivelato, ha fatto conoscere di se, ha manifestato attraverso i suoi interventi nella storia. Tali manifestazioni di Dio non si sono certo esaurite con la conclusione della Rivelazione Pubblica, cioè con la stesura dell'ultimo libro della Bibbia, l'Apocalisse, e la morte dell'ultimo apostolo: Dio è sempre libero di intervenire nella storia degli uomini, come vuole, anche attraverso interventi straordinari, come ad es. i miracoli, Dio stesso però ci dice nella Bibbia di non andare alla ricerca di tali esperienze, pur rimanendo aperti ad esse.

L'iniziativa deve essere sempre di Dio. Lui vuole che i credenti in lui si fidino del suo modo di agire. Ciò naturalmente non impedisce di chiedere anche miracoli, ma ciò va fatto con fede e semplicità, mai come pretesa. Il miracolismo è un rischio perché può facilmente distogliere le persone dal vivere una fede "normale", quotidiana, fondata soprattutto sulla Parola di Dio e sui sacramenti.

Spesso inoltre porta la gente ad andare dietro a presunti fenomeni straordinari, ritenuti di origine soprannaturale, ma che in realtà non sono autentici e che spesso la Chiesa non approva o addirittura condanna, non perché non sia aperta per pregiudizio a tali manifestazioni, ma per la sua grande prudenza dettata dal bene delle anime.

Come evitare tali rischi?
La fede vera si basa sulla conoscenza della Parola di Dio (la Bibbia) e su un'adesione sincera ad essa. Molti che si dicono cristiani hanno una conoscenza superficiale di tale Parola: occorre ridare alla lettura e all'approfondimento della Bibbia l'importanza che merita.

Inoltre il deposito della fede e la Bibbia stessa sono stati affiati da Gesù Cristo, il fondatore del cristianesimo, alla Chiesa e al suo Magistero che ha il compito, non di soffocare gli interventi straordinari del divino nella storia, ma di vigilare e fare discernimento su ciò che è autentico e su ciò che non lo è. La fede cristiana non può essere vissuta in modo individualistico, "fai da te", e soggettivo, proprio perché si è sviluppata dall'inizio in una comunità ed è stata affidata da Cristo al suo Corpo che è la Chiesa. Anche se spesso sembra che il Magistero sia eccessivamente prudente e lento nel valutare certi fenomeni straordinari, tale prudenza molte volte risulta più opportuna di frettolose approvazioni, magari date senza il dovuto discernimento.

15/12/2010





        
  



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