La megavariante è ancora in pista, più lanciata che mai, oggi che allo scadere del bando è arrivata la manifestazione di interesse della ditta Pennile Costruzioni Edili Spa, che fa capo Raniero Iacoponi insime alla Sps Costruzioni. Un marchio a due firme, per siglare uno dei due accordi possibili tra l'amministrazione comunale e i privati per la realizzazione della piscina, l'interramento della sottostazione di via Piemonte, la riqualificazione del Ballarin e l'area per la grande opera della Fondazione Carisap. In cambio diritti edificatori: 330.000 metri cubi, la temuta colata di cemento che ha mosso alle armi il Comitato PR a Crescita Zero.

Se l'accordo con i privati non andrà in porto e sarà bocciato dalla valutazione tecnico - legale dei referenti responsabili - l'ing. Germano Polidori e Serafina Camastra - "abbiamo un piano b" annuncia Gaspari che ancora non scopre le carte ma anticipa che si tratta di un'area già di proprietà del Comune. Inizierà il dialogo competitivo in cui "la proposta può essere adeguata alle esigenze del progetto" come dice Polidori, oppure entrerà in scena il Comune, fatto sta che il tempo scorre veloce e il 28 scadono i termini posti da Marini Marini per l'offerta della Carisap. Se ne parlerà in consiglio il 22 dicembre e poi nella seduta del 28 bisognerà fare meta. Una cosa sembra chiara: "non ci lasceremo scappare questa opportunità" come afferma perentorio Gaspari che aggiunge "sicuramente rispetto a tre anni fa quando si cominciava a discuterne, si parlava di bisogni secondari. Oggi con questa crisi i bisogni sono diventati quelli primari in questa città".

E Polidori precisa: "Il criterio su cui ci baseremo sarà quello di contenere al massimo il consumo di territorio". E a chi chiede che fine farà l'area di Santa Lucia, se rimarrà o meno all'Asur, il sindaco risponde: "Ho scritto una lettera agli enti tra cui la Regione ma abbiamo fatto anche un'offerta all'asta. Anche in questo caso si lavora su più fronti perché dobbiamo tutelarci" .

Gaspari allarga la riflessione politica sulle elezioni e manifesta stupore per le asserzioni di SEL: "Se è vero che la megavariante preclude l'accordo, allora SEL lo deve dire chiaramente. Non so qui a San Benedetto come la pensano, ma noi siamo in linea con i requisiti posti da Vendola a livello nazionale, e cioè la lotta alla riforma Gelmini, la battaglia per l'acqua pubblica e le primarie di coalizione. Quindi credo che si può arrivare a un accordo, ma devono sapere che con noi si vince per governare, per lavorare attivamente. Dovrebbero riflettere sulle ragioni della loro nascita, causata dalla fuoriscita da Rifondazione Comunista".

La stessa Rifondazione su cui L'UdC pone il veto, e a cui Settimio Capriotti ricorda appartenevano in tanti, prima dell'avvento di Primavera. "Se ne sono andati prima che lui li cacciasse, e oggi sono disponibili a impegnarsi. Non mi sto referendum a liste specifiche ma a tante individualità che sono in cerca di una collocazione politica" sottolinea Capriotti mentre dichiara che si ricandiderà alle prossime comunali. Si apre il fronte, inizia il duello.